Le incredibili proprietà del salmone (non fatevelo mancare a Natale)

A Natale, metti un po’ di salmone in tavola: è festa per i tuoi piatti e per la salute. Crudo o cotto poco importa, perché il salmone resta comunque un pesce sostanzioso e nutriente. Per che cosa? Per il cuore, innanzitutto e poi per le ossa, il sistema scheletrico e per la vista. Il salmone è ricco infatti di numerose vitamine, ma soprattutto di Omega-3, grassi buoni per l’intero organismo che però, essendo incapace di produrli, deve acquisire con la dieta. Quotidianamente. Un evento alimentare invece improbabile, almeno nelle soglie auspicate, ma che potrebbero essere raggiunte con la tavola della festa: della Vigilia, del Natale o di fine e inizio d’anno.
Gli Omega-3. Se il loro consumo è raccomandato in lungo e in largo una ragione c’è. Si tratta infatti di grassi buoni perché, come dice il nome, fanno molto bene alla salute: proteggono ad esempio il cuore dal rischio di infarto; salvaguardano il sistema nervoso dalla possibile insorgenza di malattie neurodegenerative e sono una componente essenziale di molti tessuti nobili, specie del tessuto nervoso. Gli Omega-3 sono così buoni che dovremmo riuscire a consumarne, per guadagnare tutti i benefici, almeno 500 mg al giorno. Una soglia troppo elevata? Affatto, se si decide di portare in tavola il salmone: mangiandone solo due porzioni, si riuscirebbe a coprire il fabbisogno per un’intera settimana, perché 150 gr di questo pesce contiene all’incirca 2,5 grammi di Omega-3.
Un pesce (anche) vitaminico. Non è solo grasso buono, perché il salmone nutre il nostro organismo anche di vitamine, in particolare A, D e B12, essenziali per lo sviluppo scheletrico nei bambini e per il rafforzamento del sistema nervoso e della vista. Una bontà a beneficio di tutti: infatti, il salmone fa bene a qualsiasi età e in fasi della vita. Gli anni d’argento potrebbero approfittare di questo pesce per proteggersi dal rischio di Alzheimer, mentre le mamme in dolce attesa dovrebbero mangiarlo per mettere in sicurezza il loro bebè. Uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet dimostrerebbe l’efficacia degli Omega 3 nel favorire lo sviluppo armonico del feto, scheletrico e cerebrale. Ma non solo: il salmone consumato abbondantemente in gravidanza, rispetto a un apporto normale o assente, ridurrebbe anche le probabilità di parto prematuro.
Come si mangia e si cucina il salmone? C’è l’imbarazzo della scelta, perché la sua carne morbida e compatta si presta a ogni ricetta, tradizionale o creativa, favorita anche dalla variabilità dei tagli, disponibili a filetto intero, filetto singolo, taglio a farfalla, cubotti, tartare, cotoletta, carpaccio e a listarelle. Comunque lo si cucini, in padella, alla piastra, al vapore, al forno, crudo non perde in bontà e sapore.
Meglio quello norvegese. Tra tutte le provenienze di salmone disponibili, sarebbe meglio scegliere quello norvegese, perché garantisce maggiore sicurezza. Viene infatti allevato nelle fredde e limpide acque del Nord, in grandi reti in mare aperto, in cui solo il 2 percento dello spazio è occupato da pesci e il resto è acqua. Inoltre, dicono gli esperti, si tratta di allevamenti attentamente controllati e ispezionati, a tal punto che il salmone viene monitorato anche all’interno delle strutture di trasformazione con un sistema di tracciabilità che segue il pescato dall’allevamento alla produzione fino alla tavola, per la maggior tutela del consumatore. Questo significa, in buona sostanza, che può essere mangiato anche crudo.