Le rondini non scappano più dai cieli e dai tetti della Lombardia

Sapete quante sono le rondini che arrivano ogni anno in Lombardia? C'è un uomo che s'è preso la briga di contarle. Non tutte ovviamente, ma a campione, grazie al coinvolgimento di un centinaio di Guardie ecologiche volontarie. Sono state monitorate 520 cascine in 12 aree di studio su tutto il territorio regionale, osservando 28.922 nidi e censendo 5.778 coppie di rondini. Lui si chiama Roberto Ambrosini ed è docente e ricercatore di Ecologia dell'Università Bicocca. Ha coordinato l'intero progetto, il più vasto sia mai stato fatto al mondo su questi preziosi e amatissimi volatili dalla coda biforcuta.
I numeri delle rondini in Lombardia. Ambrosini è innamorato delle rondini e da anni ne sta seguendo con grande apprensione il destino: dal 1999, infatti, i cieli lombardi sono sempre più stati disertati dalle rondini, con un crollo del 60 percento tra quell'anno è il 2010. Se nel resto d'Europa il calo medio era dell'1 percento all'anno, nella pianura padana si assisteva invece ad una vera fuga, con percentuali sette volte superiori. Ora, però, c'è una buona notizia: da un paio d'anni i numeri si sono stabilizzati. Non c'è ancora una ripresa ma almeno l'emorragia si è fermata.
Perché le rondini evitavano i cieli lombardi. Le rondini si nutrono di insetti e quindi si tengono alla larga dai quei campi dove l'utilizzo di prodotti chimici li priva del loro principale nutrimento. Come dire che, dove non ci sono più questi uccelli, anche la biodiversità è a rischio. La rondine quindi davvero fa primavera in senso non solo metaforico, come spiega Roberto Ambrosini: «È importante occuparsi delle rondini perché si tratta di una specie simbolo della primavera, conosciuta e apprezzata dalla popolazione. Per di più preservare un ambiente favorevole per loro significa preservarne molte altre in pericolo, tra cui ad esempio lucciole, libellule e averle anch’esse legate all’ecosistema agricolo».
Un altro dei motivi del declino delle rondini è anche la difficoltà sempre maggiore che incontrano nella nidificazione. Infatti le rondini costruiscono nidi solo in edifici e manufatti umani, accessibili e preferibilmente scaldati dalla presenza di allevamenti. «Il declino delle cascine», aggiunge Ambrosini, «ha influito negativamente sulla loro nidificazione, ma in particolare il declino è maggiore - così hanno dimostrato le ricerche nel Parco Adda sud - laddove entro i 200 metri dalla cascina ci sono meno prati».
Campagne e sensibilizzazione. Per questo, lo scorso anno l'Associazione Amici della Terra Lombardia e Gaia Onlus, avevano lanciato la campagna Adotta una rondine, che prevede l’installazione di nidi artificiali nelle zone dove questi sono stati abbattuti o distrutti. Anche la ricerca effettuata dal team della Bicocca ha prodotto effetti positivi. Al di là della raccolta di dati scientifici, il progetto ha avuto un effetto di sensibilizzazione della popolazione: chi vive negli spazi frequentati dalle rondini ha imparato che non deve disturbarle, lasciando libere le stanze che scelgono e non buttando i nidi vuoti. «Questo», spiega Ambrosini, «è a mio parere una delle eredità più importanti del censimento».