La leggenda della Ciudad Blanca che oggi forse è stata ritrovata
National Geographic, noto mensile che vanta, in tutto il mondo, circa 50 milioni di lettori a copia, ha reso nota una notizia incredibile: una spedizione archeologica in Honduras avrebbe riportato alla luce i resti di una misteriosa civiltà in un'area della foresta pluviale mai esplorata. In un contesto assolutamente incontaminato, sono stati ritrovati canali di irrigazione, piramidi, 52 manufatti, tra cui troni cerimoniali, pietre incise e decorate, e oggetti risalenti all’età precolombiana, fino al 1.400 Avanti Cristo. Gli archeologi hanno esaminato e mappato ampie piazze, terrapieni, cumuli e ammettono che ancora c’è tanto da scoprire, visto che il loro lavoro è stato, per il momento, solamente superficiale. È una scoperta sorprendente, in grado di cambiare gran parte della ricostruzione storica fino ad oggi compiuta relativamente alle civiltà che hanno abitato l’America Centrale in un’epoca così antica. La città ritrovata, infatti, potrebbe essere la leggendaria Ciudad Blanca, meglio nota come “la Città del Dio Scimmia”.
La spedizione in Honduras alla ricerca della Ciudad Blanca (Ph. National Geographic)
La spedizione in Honduras alla ricerca della Ciudad Blanca (Ph. National Geographic)
La spedizione in Honduras alla ricerca della Ciudad Blanca (Ph. National Geographic)
La spedizione in Honduras alla ricerca della Ciudad Blanca (Ph. National Geographic)
La spedizione in Honduras alla ricerca della Ciudad Blanca (Ph. National Geographic)
La spedizione in Honduras alla ricerca della Ciudad Blanca (Ph. National Geographic)
La spedizione in Honduras alla ricerca della Ciudad Blanca (Ph. National Geographic)
Uno dei reperti ritrovati nella spedizione in Honduras alla ricerca della Ciudad Blanca (Ph. National Geographic)
La leggenda della Ciudad Blanca. Era il 1526 quando, per la prima volta, in una lettera a Carlo V di Spagna il conquistador Hernàn Cortés parlò della Ciudad Blanca. Questa era la città di una florida civiltà del Centro America, che aveva costruito, nel bel mezzo della foresta, una metropoli dalla bellezza mozzafiato, abbellita in ogni suo angolo da dell’oro bianco finemente lavorato, cesellato e reso brillante alla luce del sole. Enormi statue adornavano questo antico abitato, con palazzi ricolmi di ricchezze e circondati da una natura lussureggiante e vivissima. Sull’intera comunità troneggiava un tempio abnorme, raffigurante una scimmia interamente ricoperta d’oro, che governava e osservava tutto ciò che accadeva ai suoi piedi. Da qui il secondo soprannome di quella leggendaria città, ovvero Città del Dio Scimmia. Antichi testi citano la Ciudad Blanca come luogo di nascita del dio azteco Quetzalcoatl.
Com’era immaginabile, il tramandarsi di queste leggenda accese gli animi di centinaia di esploratori. Con il boom delle spedizioni archeologiche di inizio ‘900, si riaccese la corsa al rinvenimento della fantomatica Ciudad Blanca. Le prime spedizioni di cui si abbiano notizia risalgono al 1920. A ringalluzzire il fuoco della curiosità, il combustile dei racconti degli indigeni locali, che parlavano di una grande città in cui si trovava una meravigliosa “casa bianca”, dove le popolazioni dell’America Latina trovarono rifugio dai conquistadores spagnoli, un mistico paradiso da cui, però, mai nessuno era tornato. Un archeologo americano, Theodore Morde, intorno al 1939 scrisse, sulle pagine del The American Weekly, di aver finalmente le prove dell’esistenza della Ciudad Blanca. Durante una spedizione in Honduras, Morde, parlando con la popolazione locale, venne a sapere di strane storie circa un’antica civiltà che adorava un Dio Scimmia e di come, in realtà, il Dio fosse una vera scimmia gigante, un mostro, che aveva rapito dalle tribù del posto tre donne, con cui si era poi accoppiato, dando vita a una popolazione di ibridi. Morde sarebbe così risalito all’esistenza di una civiltà, chiamata Chorotegas, la quale aveva eretto, nel centro della foresta, un’enorme tempio in onore del Dio Scimmia. Tornato in America, Morde scrisse tutto, ma non volle mai rivelare la precisa ubicazione dei resti dell’antica Ciudad Blanca, per il timore che potesse essere rovinata dalla cupidigia occidentale. Nel 1954 Morde si suicidò, portandosi nella tomba anche tutta la verità.
[Theodore Morde e un'antica raffigurazione della Ciudad Blanca]
I recenti annunci e la scoperta. Decine di anni dopo, la storia di Morde è stata ripresa da Virgilio Parades, direttore dell’Istituto di Antropologia e Storia dell’Honduras, che richiamò quella leggenda per lanciare un allarme alla popolazione: se non fossero cambiate in breve tempo le politiche di salvaguardia del territorio honduregno, enormi tesori, non solo naturali, sarebbero stati distrutti o persi per sempre. Il suo allarme riaccese i riflettori sulla leggenda della Ciudad Blanca, con il giornale locale El Heraldo che dedicò lunghe inchieste storiche affinché fossero riprese le ricerche della città misteriosa. Questo avvenne solo nel 2013, quando il National Center for Airborne Laser Mapping (NCALM) e alcuni ricercatori dell’Università di Houston sorvolarono l’intera foresta, mappandone la conformazione con un particolare laser. Fu allora che avvenne l’incredibile scoperta: in un’area mai visitata, nota con il nome di La Mosquita, la ricostruzione in 3D mostrava la presenza di strane strutture sotto terra. Cristopher Fisher, professore alla Colorado State University, dopo aver visionato i risultati, ha affermato: «Il laser ci mostra chiaramente i resti di grandi insediamenti di una civiltà antica in quell’area. Non posso dire se si tratta della Ciudad Blanca o meno, ma posso affermare con certezza che lì c’è stata una popolazione viva e assai sviluppata vista l’urbanistica mostrata dal laser. Questa scoperta cambia la nostra visione delle civiltà preispanica».
[La pianta in 3D de La Mosquita, l'area dove si troverebbe la Ciudad Blanca]
Quasi due anni dopo quella ricerca, un team di archeologi americani e honduregni è partito per l’esplorazione dell’area. I risultati di questa missione li ha comunicati lunedì 2 marzo National Geographic, sul suo sito, mostrando anche le prime immagini dell’incredibile scoperta. Difficile dire già oggi se si tratti realmente della Ciudad Blanca, ma certamente può essere la più grande scoperta archeologica del XXI secolo, paragonabile al rinvenimento, nel 1911, di Machu Picchu per mano di Hiram Bingham.