Letizia Milesi ha scritto la sua favola: «Ora sto bene, aspetto con un sorriso quello che verrà»
La caduta mentre prendeva il bus per tornare da scuola, la carrozzina e il viaggio della speranza in Texas e la guarigione. Tutto in un libro
di Giambattista Gherardi
Le favole sono stupende e raccontarle è un sottile piacere che le generazioni si tramandano. Scriverle ed esserne protagonisti è anche per questo un impegno entusiasmante. Venerdì 18 giugno, all’Oratorio di Zogno, si è tenuta la “prima” del libro autobiografico Laetitia, un nuovo inizio, scritto dalla ventenne Letizia Milesi, protagonista di una storia a lieto fine che ha commosso e motivato familiari, amici e l’intera Valle Brembana.
I sogni di Letizia avevano subito un brusco stop il 26 ottobre del 2017, mentre prendeva il bus per rientrare da scuola nella sua casa di Roncobello, dove vive con la famiglia. Un giorno come mille altri: la ressa alla fermata, uno strattone e la caduta. Iniziarono fastidi e dolori, esami diagnostici e controlli che segnalarono lo spostamento di alcune vertebre e deficit neurologici che, progressivamente, l’hanno costretta in carrozzina. Poi l’associazione Sulle Ali di un Sogno, la solidarietà infinita della Valle e il viaggio della speranza in Texas. E infine la guarigione, dopo un lungo periodo di riabilitazione: il lieto fine che in questa favola brembana non poteva mancare.
«Per anni - ha spiegato Letizia in occasione della presentazione del libro - ho lasciato che le persone raccontassero la loro versione. Mi dicevo: “Lasciale parlare, concentrati sulla verità”. Non nego che questa verità non sia stata semplice da raggiungere, ma finalmente sono pronta a urlarla al mondo, anzi, farla leggere al mondo. Ho deciso di farlo, mettere per iscritto tutta la verità, ripeto, tutta la verità della quale molto spesso mi sono vergognata. Non posso negare che alcuni capitoli sono stati veramente difficili rispetto ad altri che riportavano alla memoria solo momenti piacevoli. È stato un anno pieno di cambiamenti, dove ho potuto lavorare tanto su ciò che ho vissuto. Spero davvero che questo libro possa essere d’aiuto a più persone possibili, e finalmente parlare senza vergogna e paura. Devo ringraziare tutte le persone che mi sono state accanto in questo percorso, che mi hanno supportato e motivato nella realizzazione di questo sogno».
Ad ascoltarla nel campo dell’Oratorio c’erano i familiari, gli amici di sempre e quelli trovati e ritrovati in questi anni difficili. C’erano la torta e lo spumante, ma c’era soprattutto la voglia di un nuovo inizio, anche dopo i mesi difficili della pandemia.