La forza del volontariato

Lottare per fare del bene: la scuola di arti marziali Kaizen Bjj in sostegno de La Casa di Leo

Il 18 maggio, l'associazione sportiva ha organizzato una raccolta fondi da destinare al progetto di ampliamento della struttura di Treviolo

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di Clara Scarpellini

La città di Bergamo è di nuovo promotrice di un binomio vincente, quello tra sport e beneficenza. Questa volta, gli attori coinvolti sono una scuola locale di arti marziali, la Kaizen Bjj, e l’associazione Eos aps - La Casa di Leo, di Treviolo.

Sabato 18 maggio, presso la Supreme Fighting Bergamo di via della Canovine, l’associazione sportiva Kaizen ha organizzato una raccolta fondi da destinare al progetto di ampliamento de “La Casa di Leo”, un housing sociale che si rivolge alle famiglie di bambini soggetti a lunga e frequente ospedalizzazione, principalmente ricoverati all’ospedale Papa Giovanni XXIII.

Il progetto di ampliamento

La struttura che porta il nome di “La Casa di Leo” è stata inaugurata a Treviolo il 13 gennaio 2018. Si tratta di un housing sociale, cioè un complesso abitativo progettato in modo da consentire ai bambini con problemi di salute ampi spazi in cui vivere e giocare, sia all’interno che all’esterno, pur restando sempre in un ambiente protetto. I genitori, d’altra parte, trovano negli stessi spazi la possibilità di creare relazioni sociali con gli altri ospiti e di condividere la propria esperienza supportati dalla presenza quotidiana di volontari presenti in struttura.

Fino a oggi, sono state accolte settantotto famiglie per 132 soggiorni, ma le cinque unità abitative attuali non sono più sufficienti a soddisfare le reali esigenze di accoglienza. Per questo motivo, l’associazione ha deciso di lanciare una nuova sfida e di dare il via a una raccolta fondi per l’ampliamento della struttura già esistente. Nel 2020, durante il lockdown, ha acquistato il terreno limitrofo alla casa e ha iniziato i lavori di sviluppo. Questi prevedono ulteriori dieci unità abitative e tre appartamenti, per l’accoglienza di pazienti fortemente immunodepressi che necessitano di isolamento.

La nostra forza? Il volontariato bergamasco

Giorgio Rosafalco de La Casa di Leo in mezzo ai membri del direttivo di Kaizen, Andrea Ferrari (a sinistra) e Paolo Bettinelli

L’evento di beneficenza è stato presentato da Giorgio Rosafalco, volontario e membro del direttivo di Eos - La Casa di Leo dagli albori dell’associazione, nel 2010: «L’obiettivo di fine costruzione dei nuovi spazi è fissato per fine gennaio 2025 e contiamo di farcela. Per quanto riguarda la quota prefissata per il sostegno dei lavori, è molto alta, 4 milioni di euro. Sappiamo che sarà dura raggiungere l’intera somma in donazioni, ma gli eventi di beneficenza come quello di oggi sono assolutamente salutari per la nostra causa».

La strada è in salita, ma il sostegno dei volontari bergamaschi fa ben sperare. A oggi sono circa centottanta quelli coinvolti. «In questi anni abbiamo assistito a una risposta molto attiva da parte del territorio bergamasco, soprattutto per quanto riguarda i volontari. Tante persone vogliono mettersi in gioco, il volontariato è sicuramente il nostro motore e la nostra forza, riceviamo sempre tanto sia dal pubblico che dal privato», ha raccontato Rosafalco.

La lotta che unisce

L’intera iniziativa di beneficenza è stata organizzata attraverso il cosiddetto evento “open mat”, una giornata sportiva dove vengono chiamati a lottare atleti di brasilian jujitsu provenienti da diverse accademie del territorio. Nell’ottica di una raccolta benefica, i partecipanti dell’evento sono stati invitati a donare una libera quota per l’ampliamento de La Casa di Leo.

Paolo Bettinelli, uno dei membri del consiglio direttivo di Kaizen Bjj e organizzatore dell’evento, ha spiegato: «Abbiamo deciso di devolvere l’intero ricavato di oggi all’associazione de La Casa di Leo. Li abbiamo conosciuti tramite i social, poi incontrati di persona alla loro sede e infine abbiamo deciso di sostenerli. Come Kaizen Bjj ci occupiamo di combattimento nello sport, per noi è un divertimento e un piacere, ma come dice il nostro maestro Andrea Ferrari, noi scegliamo di lottare. Sappiamo invece che molte persone, per determinate ragioni, non hanno questa possibilità di scelta e sono costrette a combattere, come i bambini che alloggiano alla Casa di Leo e le loro famiglie. Per questo abbiamo deciso di supportarli, perché loro come noi, anche se in un modo molto più duro e importante, lottano ogni giorno».

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