Nonni e nipoti insieme al parco, una camminata gentile sotto il sole di Azzano
Lunedì 12 maggio, decine di persone hanno attraversato lo spazio verde davanti alla Rsa San Paolo: a piedi, in sedia a rotelle, in bicicletta

di Laura Ceresoli
Una lunga fila di persone, a piedi, in carrozzina o in bicicletta, ha attraversato lunedì 12 maggio il parco antistante la Rsa San Paolo ad Azzano San Paolo. Alcuni si tenevano per mano, altri spingevano chi non poteva camminare, o semplicemente si muovevano l’uno accanto all’altro, creando un’onda compatta, grande e potente, capace di rompere le barriere dell’individualità.
La scienza e la medicina confermano che il movimento fa bene, a qualsiasi età e condizione. Ed è proprio questo il principio che ha unito i partecipanti sotto il sole generoso di una primavera inoltrata. Una “Camminata gentile”, proprio come il nome scelto per questa iniziativa che rientra nelle attività del “Dono day 2025”, una ricorrenza nazionale che promuove i valori della solidarietà, del donare e del coinvolgimento attivo nella comunità.
Un evento dedicato alle persone fragili, ma aperto a tutti: ospiti della residenza per anziani di via Trento gestita da Società Dolce, gli alpini di Azzano, che hanno messo a disposizione la loro sede nel parco per una merenda, il Servizio integrato disabili della cooperativa “L’Impronta” e il loro gruppo di cammino “Le lumache scattanti”, le famiglie e i volontari dell’associazione “Conta su di me”.




«L’apertura delle strutture al territorio è fondamentale per una reale inclusione delle persone più fragili - spiega Paolo Vaccaro, vicepresidente di Società Dolce - ed è attraverso queste iniziative, in apparenza semplici, che si costruisce una comunità. Ognuno porta con sé le proprie difficoltà, ma anche l’esperienza e le risorse e insieme si possono vivere cose che da soli non si penserebbe di fare. Sono traguardi che fanno la differenza per tutti coloro che partecipano».
Dopo la passeggiata, il ritrovo è proseguito nella sede degli alpini per una merenda conviviale, tra racconti e sorrisi. «Ho partecipato con mio figlio di quattro anni, perché ho la nonna in Rsa ed è stato molto bello - racconta Paola -. Le persone fragili, quando lo fanno, hanno un modo di approcciarsi agli altri più immediato e semplice. Basti pensare che il mio bambino, sulla strada del ritorno, era seduto sulle ginocchia di un’anziana in carrozzina che non aveva mai visto e si intendevano benissimo. Senz’altro lo rifaremo». (...)