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Panchine giganti al Lago d’Iseo L’idea di Chris Bangle spopola

Panchine giganti al Lago d’Iseo L’idea di Chris Bangle spopola
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Foto in copertina di Jessica Fava.

 

Se le si osserva dal basso ci si sente piccoli piccoli. Poi ci si sale – Perché sono sempre previsti un paio di gradini per salirci - e da lì si scopre il valore aggiunto che un cambio di prospettiva può regalare a un paesaggio. Le panchine giganti fanno questo effetto: da una posizione privilegiata regalano occhi nuovi per osservare il mondo. Forse è per questo che le Big Bench del designer Chris Bangle, ormai attrazioni ed icone un po’ in tutto il Nord Italia (ce ne sono più di 60), piacciono così tanto. Sono arrivate anche da noi, dopo aver spopolato, in prima battuta nelle Alte Langhe.

Sul Lago d’Iseo. Le panchine giganti hanno conquistato il lago d’Iseo e la valle Camonica: il 18 maggio alle 15 l’artista statunitense sarà sul Sebino proprio per inaugurare il circuito turistico costruito fra le località che ospitano le maxi panchine. Dieci maxi panchine: dal primo esemplare blu installato a Rogno nel 2016, in località Spiazzi, in poi: Riva di Solto e Fonteno (azzurra e verde), Pilzone d’Iseo (verde), Sale Marasino (arancio), Darfo Boario Terme (blu), Capo di Ponte (marrone), Breno (rosa), Paspardo (nocciola), Edolo (rossa e bianca), Incudine (rosa). Sono alte due metri e larghe quattro, installate in punti panoramici raggiungibili al termine di una piacevole camminata e pagate da sponsor privati (e con il lavoro dei volontari).

Come è nata l’idea. Inizia tutto con un designer americano che si trasferisce con la moglie Catherine nella Borgata Gorre di Clavesana, Langhe. Innamoratosi del territorio, nel 2010 Chris Bangle decide di realizzare un’installazione per sorprendere i concittadini e, allo stesso tempo, offrire ai turisti un’attrazione libera e accessibile per godere delle amenità del luogo. Con l’aiuto di un contadino e artista della zona ha costruito, dunque, la prima panchina gigante. La numero 1, di colore rosso. Su di essa, una scritta in piemontese: «S’i t’è dabsogn ed tirè un po’ el fia set-te sì ensima e… it sentirè torna masna». In poche parole, una promessa dal fascino irresistibile: «Se hai bisogno di riposarti un po’, siediti qui sopra… e ti sentirai tornare bambino».

La comunità. Di lì, le panchine ne fanno di strada. Cresce l’interesse e crescono le richieste da parte dei Comuni, desiderosi di avere la propria opera d’arte fuori scala. Nasce così il Big Bench Community Project, iniziativa «per sostenere le comunità locali, il turismo e le eccellenze dei paesi in cui si trovano queste installazioni». Le sue attività, rigorosamente senza fini di lucro, prevedono da un lato il supporto tecnico a chi vuole costruire una nuova Grande Panchina ufficiale, dall’altro la collaborazione con i piccoli artigiani al fine di realizzare prodotti a esse ispirati e contribuire all’economia locale.

Dove trovarle. Sul sito del Big Bench Community Project (anche app) si trova la mappa aggiornata delle panchine giganti. Un buon punto di partenza per decidere come e dove muoversi: da soli o con amici, fra adulti, con bambini o animali al seguito.

 

La foto d'apertura è di Jessica Fava

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