Paolo Condò parla dell'Atalanta «Come il Leicester? No, più forte»

Che effetto fa ai grandi giornalisti sportivi italiani l’Atalanta di Gasperini? Lo abbiamo chiesto a Paolo Condò, storica firma della Gazzetta dello Sport ora a Sky e unico votante italiano per l’assegnazione del Pallone d’Oro.
Signor Paolo Condò, quanto è stupito di questa Atalanta?
«È difficile rispondere. Da un lato non sono affatto stupito perché il vivaio dell’Atalanta storicamente sforna talenti. Mi ha sorpreso la “quantità ”: non capita spesso di vedere tanti bravi giocatori tutti assieme. Mi ricordo l’Atalanta di Vavassori e poi ragazzi come Donati, Pisani, Rossini, Tacchinardi, Locatelli e Morfeo. Per Morfeo stravedevo, è stata una delusione non vederlo esplodere a grandi livelli».
Tutti figli di Zingonia.
«Ho dei ragazzi che giocano a calcio con gli amici, questo mi fa pensare a quali emozioni e sensazioni possono aver provato i vari Caldara, Conti, Gagliardini e gli altri diventati grandi con tanti sogni, riuscendo a sfondare assieme. I giovani dell’Atalanta rappresentano sicuramente la storia più bella del campionato di Serie A».
E ci sono anche giovani arrivati da fuori.
«La società è stata anche molto brava a prendere ragazzi che stanno rispondendo alla grande. Spinazzola è un prestito della Juventus, Petagna è stato un acquisto indovinato, così come Kessie. Il centravanti, triestino come me, è migliorato davvero tantissimo rispetto a quando debuttò in nel Milan: sta ripercorrendo le orme di Bobo Vieri».
È lui il più sorprendente?
«Lo conoscevo e considerando i suoi progressi, devo dire di sì. Tuttavia ho scoperto soltanto dopo qualche tempo che Gagliardini, il giovane che più mi è piaciuto in questa stagione, faceva panchina in Serie B».
C'è una grande differenza fra il Leicester dell'anno scorso e quest'Atalanta: molti giocatori dell'Atalanta sono fortissimi
— Paolo Condò (@PaoloCond) 25 febbraio 2017
Gagliardini e Caldara sono stati pagati il giusto?
«Il prezzo di un giovane è difficilmente valutabile se non con il senno di poi. Riporto un esempio personale, tanto per capire. Negli anni scorsi mi recai in Brasile per un approfondimento sul ritorno di Ronaldo con la maglia del Corinthinans. Nel derby con il Santos mi accorsi di un ragazzino che era alla quarta partita in massima serie brasiliana. Il fisico era mingherlino, la maglia gli cascava addosso: era Neymar».
Un altro fenomeno.
«I giornali parlavano di lui già in termini entusiasti. Chiamai Leonardo, che faceva il vice presidente al Milan, e chiesi se lo conosceva. Chiedevano 25 milioni di euro ancor prima del debutto in prima squadra. Il Barcellona anni dopo lo ha pagato oltre 100 milioni: con il senno di poi, sarebbe stato un affare. Questo per dire che un giovane lo compri sulla fiducia che hai nella sua esplosione».
Juventus e Inter hanno scelto due modalità diverse.
«Perché le esigenze sono diverse. Alla Juventus uno come Rugani (giovane e molto bravo) siede in panchina e quindi far arrivare Caldara subito non avrebbe avuto senso: operazione giusta per bloccare il prezzo che poteva raddoppiare. L’Inter aveva invece bisogno di inserire subito un giocatore a centrocampo e ha fatto arrivare il ragazzo nel mercato di gennaio».
Gasperini è il valore aggiunto di questa squadra?
«È l’allenatore giusto al momento giusto. Nell’intervista che gli ho fatto per la trasmissione Mister Condò, parlo con lui anche di questo. Sapeva che all’Atalanta c’era materiale di grande livello su cui lavorare. Probabilmente non pensava che fossero già così maturi, ma le premesse erano quelle. Nella gara con il Napoli ha anticipato tante scelte perché in allenamento trovava risposte».
A noi, dopo Napoli, disse: «Non sono matto, voglio solo farvi felici». Lei ha trovato un uomo felice?
«Sicuramente sì. È contento perché sta legando il suo nome alla più bella stagione della storia dell’Atalanta. Io mi ricordo dell’ultima esperienza europea della squadra orobica, ero presente a Zagabria in Coppa UEFA: è passato molto tempo ma penso che la squadra di oggi possa ripercorrere quella strada».
Quindi per lei l’Atalanta di Gasperini può arrivare in Europa?
«Speriamo, sarebbe qualcosa di molto importante. Oltre alle prime tre, considero l’Inter superiore e quindi restano due posti per Lazio, Atalanta e Milan. Credo che sarà fondamentale lo scontro diretto che ci sarà a Bergamo proprio contro i rossoneri verso la fine del campionato».
Mediaticamente, ad alti livelli, l’Atalanta come viene considerata?
«Della favola, come ho già detto, c’è poco o nulla. Il vivaio dell’Atalanta viene considerato il migliore d’Italia. Dopo il successo di Napoli ho fatto un tweet scrivendo che la differenza tra Atalanta e Leicester è che tra i nerazzurri ci sono molti giocatori fortissimi».
Addirittura?
«Mi sento di dire fin da ora che nella Nazionale che farà gli Europei del 2020, ragazzi come Caldara, Gagliardini, Petagna, Spinazzola e Conti li vedo tutti protagonisti. Sarà una squadra che potrà contare anche su Donnarumma, Chiesa, Bernardeschi e molti altri. Penso tanti atalantini di oggi un giorno vinceranno lo scudetto, purtroppo non a Bergamo».
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Pubblicato da Sostieni la Curva su Sabato 25 febbraio 2017
Anche perché, se succedesse, altro che aeroporto bloccato... Che effetto le hanno fatto quelle immagini?
«Bellissimo. In tempi come questi in cui ogni settimana escono statistiche dove si parla di stadi che si svuotano, simili manifestazioni di affetto sono grandiose. Bergamo è una piazza storica, ci sono state stagioni in Serie B ma tutti identificano l’Atalanta come una protagonista della Serie A. Non sono rimasto sorpreso da tanto affetto, conosco il calore della piazza».
Perché merita di essere vista la sua chiacchierata con Gasp?
«È stato molto generoso, ha raccontato tantissime cose dall’infan - zia a Torino fino ad oggi e ha snocciolato un sacco di particolari con grande fierezza. Ha parlato della stagione partendo dalla telefonata di Percassi passando dal momento decisivo vissuto contro il Napoli. Infine, la location: abbiamo girato l’in - tervista in uno stupendo salone affrescato della Curia di Bergamo, qualcosa che merita di essere visto».
Lei vota per l’assegnazione del Pallone d’Oro: a chi lo darebbe nell’Atalanta?
«Dico Antonio Percassi. Il presidente, con quell’iniziativa che ha preso di mandare a tutti i bambini che nascono nella provincia di Bergamo una magliettina dell’Atalanta, è stato veramente romantico e lungimirante. Ecco, questo senso di lungimiranza un po’ manca al nostro calcio e quindi faccio i più sinceri complimenti al numero uno nerazzurro».