Parco avventura a Torre Boldone in un’area verde chiusa da 40 anni

Una straordinaria esperienza del corpo e delle emozioni. Percorsi di abilità tra gli alberi. Camminando su passerelle di legno, ponti tibetani, tronchi sospesi. Ci si potrà sentire anche un po’ Tarzan, la vi lancerete da tirolienne mozzafiato. Un parco avventura, insomma, niente di nuovo. C’è n’è uno splendido alla Roncola. La grande novità, però, è che ne sorgerà uno all’interno dello splendido giardino di impianto ottocentesco – chiuso da quarant’anni e più - dell’Istituto sordomuti di Torre Boldone, attivissimo e dotato di una bella torre panoramica. Un’area di oltre un ettaro (13mila metri quadrati, per essere precisi) tanto di grotta degli innamorati, anfiteatro naturale, statue e un cedro del Libano di oltre 200 anni.
Sarà pronto entro l’estate. La trasformazione dello spazio in luogo di coraggio e divertimento avverrà entro la prossima estate grazie a un progetto della Fondazione Istituto sordomuti (Isb). È stata istituita una gara pubblica: ha vinto Marco Zanchi, attuale gestore del Parco avventura alla Roncola. Il suo progetto definitivo contempla i classici del genere. Si tratta di attività pensate per adulti e bambini, ma anche per chi ha disabilità. L’operazione, infatti, vuole coinvolgere anche le persone con difficoltà motorie e di altro genere: ci saranno percorsi sensoriali ad hoc. Si pagherà per usufruire della struttura, ma il piano d’opera prevede anche la realizzazione di un grande parco ad uso pubblico, attrezzato con giochi, e un’area relax. Niente male per il paese, che riguadagna così l’accesso a uno dei pochi parchi storici rimasti sul territorio. «Il progetto ci piace – spiega Vanessa Bonaiti, presidente della Fondazione Isb, a L’Eco di Bergamo -, sono stati dati anche dei pareri favorevoli dalla Sovrintendenza (il parco è storico e tutelato, ndr), i tecnici stanno facendo dei controlli per la stabilità delle piante. Abbiamo fatto un bando per affidare la gestione dell’area verde che è stata assegnata all’unico partecipante a cui abbiamo chiesto un’attenzione particolare. Cioè di essere sempre sensibile alle persone con disabilità, prevedendo dei percorsi ad hoc, valutando anche convenzioni con l’ente nazionale sordi e la possibilità di far lavorare nella struttura anche soggetti che hanno questo tipo di disabilità, mantenendo così fede alle finalità della fondazione».
Fiducia nel buon esito del progetto. La presidente Bonaiti è fiduciosa: si sta lavorando bene. Anche il Comune si è dichiarato favorevole, anche perché ne trarrebbe beneficio: un’area abbandonata verrebbe recuperata e messa a disposizione della cittadinanza. Il sottobosco è già stato ripulito. Più cauto il futuro gestore. «Siamo in fase di progettazione definitiva, il piano è stato approvato dalla Fondazione, siamo contenti – commenta Zanchi, sempre a L’Eco –. Andiamo a valorizzare un’area verde abbandonata da 40 anni, rimettendola a disposizione del pubblico nel rispetto dell’ambiente. Il progetto sta seguendo il suo iter, la convenzione passerà in Consiglio comunale». Prevista anche la costruzione di una struttura polivalente in legno, a basso impatto ambientale. Con immancabile servizio ristoro e spazi per accogliere i visitatori. Alcune sale, però saranno a servizio delle associazioni del paese.