Il suo chitarrista è già stato qua

Che ne dite di Springsteen all'inaugurazione del Donizetti?

Che ne dite di Springsteen all'inaugurazione del Donizetti?
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C’è un sogno che cova anche se sotto voce la popolosa comunità musicale bergamasca. Un sogno che allo stato delle cose appare come un’utopia: Bruce Springsteen a Bergamo, magari al Donizetti una volta che saranno ultimati i delicati lavori di restauro e ristrutturazione dello storico Teatro. Tutto potrebbe essere partito dagli spalti Sant’Agostino in Città Alta dove domenica 3 settembre si è tenuta la prima edizione del Bruce Springsteen Day cui ha partecipato tra gli altri, Claudio Trotta, il promoter dei concerti italiani del Boss. L’idea si deve essere rafforzata quando Trotta è stato invitato al ristorante culturale In DisParte di via Madonna della Neve a presentare la sua autobiografia No pasta no show - I miei primi 40 anni di musica dal vivo in Italia. E quando Little Steven, chitarrista della E Street Band, il leggendario gruppo di Springsteen e suo amico fraterno, ha tenuto il 5 dicembre scorso un concerto all’Alcatraz di Milano cui hanno presenziato numerosi fans bergamaschi di Bruce.

 

 

Tuttavia, se così fosse, è necessario che Bergamo non perda tempo. Perché, come scrive il giornale online IntornoTirano.it, il direttore di un importante Consorzio turistico, ha chiesto a Trotta di portare Springsteen tra le montagne della Valtellina. Un’eccezione per chi in genere suona di fronte a folle da stadio? Tutt’altro. Nel ‘96, dopo l’uscita dell’album The Ghost of Tom Joad, Bruce si esibì da solo in alcuni teatri italiani tra cui lo Smeraldo di Milano. In questi mesi, è a Broadway per una serie di date in cui, chitarra e armonica a bocca, canta per quasi tre ore le sue canzoni senza tempo. Il successo è così strabiliante che la serie delle esibizioni in programma sino al 26 novembre scorso è stata dapprima procrastinata a fine febbraio, poi fino a fine giugno. I biglietti hanno costi proibitivi. Si arriva fino a duemila dollari per una poltroncina ma il popolo del Boss si indebita pur di non perdere l’evento.

Allora, vedremo sì o no Bruce da queste parti? Abbiamo cercato conferme tra chi ha promosso lo Springsteen Day e abbiamo ottenuto solo smentite convinte. Eppure il lettore ci conceda di cullare questo sogno che, come diceva Clint Eastwood, «anche se non si avvera perlomeno è stato bello solo pensarlo». Sarebbe un bel premio per la nostra città: Bergamo e provincia sono tra le zone che contano la maggior densità di springsteeniani in Italia in relazione alla popolazione. C’è una folta rappresentanza di tribute band che rifanno la musica del Boss. E non manca una nutrita schiera di irriducibili che a ogni data raggiungibile si organizzano con pullman privati pur di non perdere il concerto del loro idolo.

 

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Alcuni sono davvero insospettabili. Come il famoso blogger Brother Giober, al secolo, Giorgio Berta, vero e proprio motore degli springsteeniani bergamaschi. Fanatico del Boss, l’ha scoperto una quarantina d’anni fa quando sua sorella di ritorno da un viaggio negli Stati Uniti gli portò un album, dicendogli: questo è il nuovo Bob Dylan. Nella vita di tutti giorni, Berta è una persona austera e dalle forti responsabilità relazionali. Importante commercialista, insegna Economia dei gruppi societari all’Università di Bergamo e, come ama ripetere, non perde mai un concerto di Springsteen in Europa. Noi sappiamo che il professore e i suoi amici farebbero carte false per realizzare il sogno di portare Bruce nella città di Donizetti. Così l’inevitabile suggestione ha contribuito a creare illusioni iperboliche. C’è chi addirittura pensa che Springsteen a Bergamo sia cosa fatta. Purtroppo si sbaglia. E allora, forse è meglio fantasticare meno e pensare più in concreto.

 

 

Per questo, sta prendendo corpo anche un altro sogno: Ringo Starr in Piazza Vecchia non tanto con il suo gruppo con il quale l’8, il 9 e l’11 luglio terrà tre date in Italia, una delle quali a Marostica, ma magari dando una lezione pubblica di batteria come quelle impartite a Dave Stewart degli Eurythmics e immortalata in imperdibili video su YouTube. Visto che tra poco l’ex batterista dei Beatles diventerà Sir per meriti derivati dal suo impegno in attività a sfondo sociale, sarebbe un bel gesto se a Ringo venissero consegnate simbolicamente le chiavi delle Mura di Città Alta. Il sogno c’è eccome e lo covano quelli del Bergamo Beatles Festival, i ragazzi dei Revolver, la più talentuosa tribute band bergamasca e tutti i fans orobici dei Favolosi Quattro. Come quel gruppo di attempati aficionados che due anni fa al Qoelet di Redona testimoniarono la loro presenza al Vigorelli nel lontano 24 giugno 1965, data degli unici due concerti dei Beatles a Milano. Ringo a Bergamo, un sogno? Beh sì, ma citando Walt Disney «se puoi sognarlo, puoi farlo».

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