La riapertura

Ponte San Pietro, fine del primo tempo e tutti (di nuovo) al bar Stadio!

Chiuso da dicembre, l'esercizio pubblico del Matteo Legler è stato riqualificato e dato in gestione alla Hservizi. Tanti aneddoti nei decenni

Ponte San Pietro, fine del primo tempo e tutti (di nuovo) al bar Stadio!
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di Laura Ceresoli

Con un aperitivo inaugurale, domenica 27 agosto ha riaperto lo storico bar Stadio di Ponte San Pietro. Collocato all’interno del campo sportivo “Matteo Legler”, il locale aveva chiuso a dicembre, alla scadenza naturale della precedente gestione. Nel frattempo sono stati effettuati i lavori di riqualificazione e la messa a norma dei vari impianti.

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L’amministrazione comunale, proprietaria del complesso sportivo, ha poi assegnato il servizio di gestione e manutenzione dello stadio alla società pubblica Hservizi, che sul territorio gestisce anche il centro di Locate, La Proposta e il PalaPonte, e che vanta una consolidata collaborazione con i due principali utilizzatori Ac Ponte San Pietro e Polisportiva.

La storia del bar Stadio affonda le proprie radici nel secolo scorso e parecchi sono i ricordi che riaffiorano tra chi, un tempo, era solito frequentarlo. Tra i clienti più affezionati c'è Fabrizio Rota. Da un anno e mezzo si è trasferito a Varese, ma da ex pontesampietrino serba di questo luogo ricordi indelebili.

«Verso la fine degli anni ’60 ci andavo con il mio indimenticabile papà Francesco Rota, che era il segretario ed economo del Ponte San Pietro calcio - racconta -. Erano i tempi del grande cavalier Alberto Villa, un signore a 360 gradi, dell’allenatore Giancarlo Biffi e del capitano Arturo Villa. Mi ricordo alla fine del primo tempo delle partite la fila all’ingresso del bar dalla porta sotto la tribuna. Il burbero (lo dico bonariamente) barista Italo diventava pazzo a servire a tutti, con qualche epiteto colorito, il classico quartino di vino.

«Per entrare - ricorda ancora - si dava un tagliando di cartone che doveva essere riconsegnato all’incaricato quando si usciva. Questo per impedire alla gente che entrava dall’ingresso dalla parte opposta di entrare gratis a vedere la partita. Per me è stata la prima scuola di vita perché c’era grande rispetto per le persone grandi e da loro da loro si imparava molto».

Nel corso degli anni si sono succedute varie figure dietro al bancone del bar (...)

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