Cooperativa

Ponte San Pietro, il coraggio di aprire quando tanti negozi chiudono

La bella notizia era arrivata nel periodo natalizio e dopo alcuni mesi di rodaggio e buoni riscontri ecco l’inaugurazione ufficiale, il 15

Ponte San Pietro, il coraggio di aprire quando tanti negozi chiudono
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di Laura Ceresoli

In seguito alla chiusura del negozio di alimentari della cooperativa Legler, per circa due anni Ponte San Pietro, una cittadina che ormai ha sfiorato i 12 mila abitanti, si è ritrovata con solo un panettiere e una gastronomia nel centro storico.

Finché, durante le ultime festività, è giunto un gradito regalo natalizio per tutti i residenti. Un minimarket di quartiere della Cooperativa famiglie lavoratori in via Garibaldi, proprio davanti al municipio, nei locali in passato utilizzati da una cartoleria e da tempo vuoti. Dopo tre mesi di rodaggio, ora è venuto il momento dell'inaugurazione ufficiale, prevista per il 15 marzo alle 10.

«Per fare la spesa alimentare gli abitanti di Ponte San Pietro erano costretti a prendere la macchina e recarsi nei centri commerciali - spiega il presidente della Cfl, Angelo Jamoletti -. Di questa situazione ci hanno messo al corrente il sindaco e l’assessore Mario Mangili che casualmente sono venuti a conoscenza del nostro negozio di Presezzo, che si trova a pochi chilometri. Cfl da sempre ha avuto nel suo scopo sociale la missione di essere anche punto di incontro per gli abitanti dei centri cittadini, non solo per fare la spesa, ma anche familiarizzare e scambiare quattro chiacchiere. È il motivo per cui abbiamo tenuto aperto il negozio di Badalasco e quello di Presezzo, che erano destinati alla chiusura a causa dei problemi delle cooperative che li avevano in gestione. Essendo qui la situazione identica, abbiamo deciso di iniziare questa nuova attività».

Le vetrine del market in via Garibaldi

La ricerca dei locali non è stata, però, priva di imprevisti e inghippi burocratici: «Non è stato facile, perché, anche se il centro di Ponte aveva locali che anni fa svolgevano attività commerciali, nessuno di questi aveva una conformazione adatta per essere adibito a negozio di alimentari tranne uno che però era bloccato da un concordato fallimentare», racconta Jamoletti.

Risolto in tempi rapidi il problema legale sul negozio individuato, la cooperativa ha poi dovuto fare i conti con (...)

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