Presepe dedicato agli “Angeli di Bergamo”: quelli dell’ospedale allestito alla Fiera
L’opera di Alessandro Bringhenti, di Zambla Alta, quest’anno si allontana dalla tradizione: «Ho iniziato ad aprile, quasi 8 mesi di duro lavoro e impegno»
Quest’anno i presepi bergamaschi non possono dimenticare quanto è successo in primavera. E che ancora sta succedendo, anche se senza i livelli di drammaticità di marzo e aprile in provincia. Dopo il video della scuola dell’infanzia Cavagnis di Zogno, un altro esempio che mette al centro della scena la risposta sanitaria alla pandemia, questa volta a Zambla Alta, grazie alla creatività ed esperienza di Alessandro Bringhenti. «Oltre a essere un alpino sono anche un atalantino, e soffrivo molto nel non poter contribuire in qualche maniera all'ospedale da campo che è stato allestito alla Fiera – ci scrive Alessandro -. Per me la realizzazione di quell'ospedale è stato un vero e proprio miracolo e un punto di orgoglio a dimostrazione della parte migliore di Bergamo e dei bergamaschi. In quei mesi drammatici ero confinato in casa, escluse le ore che mi recavo al lavoro. Così, sfruttando il tanto tempo libero a disposizione, mi sono messo all'opera per realizzare il presepe di quest’anno».
Presepe moderno. «Ahimè, mi dispiace allontanarmi dal solito tema/ambientazione delle mie amate montagne – spiega Alessandro - ma questo 2020 ha segnato troppo l'umanità. Specialmente ha segnato in modo indelebile Bergamo e tutta la sua provincia... Quest’anno non uso le solite statue tradizionali, né pastori né animali... solo angeli. Angeli con il camice, angeli con la divisa da soccorritore, angeli con il cappello e la penna, angeli con la maglietta dell'Atalanta. Quegli stessi angeli che nel momento di massimo bisogno, non hanno esitato un momento per sacrificarsi e donarsi totalmente e gratuitamente a Bergamo e alle sue genti».
Con la canzone di Facchinetti. Anche qui la colonna sonora, che fa anche da titolo, è d’obbligo: “Rinascerò ranascerai... Il presepe degli Angeli di Bergamo”. Dedicato quindi a medici, infermieri, soccorritori, alpini, artigiani, tifosi atalantini e volontari dell’ospedale da campo della Fiera di Bergamo. «Magari deluderò tanti... Magari a molti non piacerà – chiosa Alessandro - Ma al cuore non si comanda... Non potevo fare diversamente... Non sarei riuscito a far altro... ho iniziato ad aprile, quasi 8 mesi di duro lavoro e impegno. Spero e prego che l'idea ed il risultato possa piacere... Bergamo se lo merita… i bergamaschi se lo meritano».