Pensare positivo
"Radio Bologna per l'accesso libero"

La prima radio libera italiana andò in onda proprio 40 anni fa

La prima radio libera italiana andò in onda proprio 40 anni fa
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Su Globalist di venerdì 21 novembre Rino Maenza ricorda “I 40 anni della prima radio libera italiana”. Ne è stato uno degli artefici, il pezzo è molto bello. Racconta di come visse, per una settimana soltanto, l’esperienza che avrebbe aperto la strada alla situazione che conosciamo e che si fa fatica a immaginare che non ci sia sempre stata.

Scrive Maenza: “Alle ore 11 di mattina del 23 novembre 1974, per la prima volta nella storia delle comunicazioni del nostro paese, un'emittente indipendente, democratica e cittadina iniziò una serie di trasmissioni radiofoniche all'insegna del principio dell'accesso pubblico, per fare arrivare a una città intera la voce dei propri cittadini senza veli e censure. Fu un evento unico, un contributo per la democratizzazione della Rai Tv ed il suo effettivo decentramento a livello di base, un'esperienza fondamentale verso la costruzione della libertà di comunicazione che servì anche ad aprire la strada alla televisione libera”.

E subito precisa: “La data della nascita di «Radio Bologna per l'accesso pubblico» non fu casuale: di lì a pochi giorni, il 30 novembre, il governo Moro avrebbe dovuto pronunciarsi con un decreto sulla riforma del servizio radio-televisivo dello Stato”.

La nuova radio ricevette subito moltissime adesioni importanti, compresa quella del mitico sindaco della città Renato Zangheri. Con mezzi estremamente elementari e grazie all’impegno di volontari e di veterani della radiofonia riuscì a trasmettere servizi dai quartieri, “ma anche buona musica, jazz raffinato e John Cage”.

A Roma, a viale Mazzini, si preoccuparono. Mandarono un pulmino attrezzato per captare le trasmissioni e averne la registrazione. Volevano capire di cosa si trattasse. Gli eroi non cedettero: continuarono a trasmettere dalla loro roulotte piantata in una fattoria sul Colle dell’Osservanza. Sapevano cosa facevano.

“Dopo pochi giorni, però, una volante della polizia perquisì la nostra sede - prosegue Maenza -, ma noi avevamo già chiuso le trasmissioni a mezzanotte ed un minuto del 30 novembre del 1974, ovvero dopo un minuto dalla firma del Presidente del Consiglio Aldo Moro del primo decreto di riforma della Rai”.

A due anni di distanza da quella chiusura le radio libere si erano ormai diffuse in tutta Italia. E fu per tutti una bella avventura. Per avere diritto a una frequenza bastava andare in posta ed eseguire un versamento su un conto specifico. Durò così per qualche anno. Poi - al solito - le cose si complicarono, anche perché l’etere si era trasformata in un intrico di onde da tifone equatoriale.

Se, viaggiando lungo la tangenziale di Bologna (ma anche un po’prima e un po’ dopo), sentite l’etere un po’ troppo affollato e Isoradio sovrastata dalle emittenti locali non mostratevi infastiditi: è l’eco di una radiazione di fondo molto speciale che vi ha raggiunto.

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