Uno studio internazionale

Il profumo di bimbo per le mamme è una "droga" che finisce a 14 anni

Il profumo di bimbo per le mamme è una "droga" che finisce a 14 anni
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Ci sono cose che si sentono nella pelle. Anche se sono impalpabili e evanescenti, come un profumo. Non un'essenza fra le più raffinate e costose, ma quella di un bambino. Che una mamma saprebbe riconoscere fra mille, senza sbagliare. Se il fatto olfattivo poteva essere immaginato, ora la prova è scientifica. Dimostrata da una indagine condotta in collaborazione dall'Università tecnica di Dresda (Germania) e di Wroclaw (Polonia), pubblicata sulla rivista Chemosensory Perception.

 

 

Un legame olfattivo. Non serve un fiuto eccezionale per annusare profumi familiari, genetici, che si percepiscono a fior di pelle come una sorta di codice distintivo che si riconosce ovunque e comunque. Chiedetelo alle mamme che anche a occhi bendati saprebbero riconoscere il proprio piccolo. Sempre, ma in alcuni periodi della vita più di altri. Di certo fino a che il pargolo non ha raggiunto i 14 anni di età, scadenza anagrafica che mette una sorta di filtro all’innamoramento olfattivo tra mamma e bimbo, ormai adolescente. Ad attestarlo è una ricerca scientifica che ha coinvolto oltre 230 genitori: i ricercatori hanno interrogato mamme e papà con un questionario da cui è emerso che l’odore del proprio bimbo è e resta uno dei profumi più piacevoli che mai avrebbero potuto immaginare di annusare e percepire. Per le mamme si aggiungeva anche una dote in più: la capacità di riconoscere il profumo preciso del proprio bimbo, un legame di pelle e di sangue attivo a partire dalla nascita.

 

 

Un odore che si riconosce sempre. Le mamme e i papà parlano di un odore buonissimo, tanto più quando il bebè è ancora in fasce: quasi il  94 per cento dei genitori ha definito piacevole e perfettamente riconoscibile il profumo del neonato, complice anche il legame empatico che si crea con il piccolo nei primi mesi di vita e che via via scema con l’età fino al periodo adolescenziale, intorno ai 14 anni, quando quell’odore diventa riconoscibile solo per il 75 per cento circa dei genitori. È vero anche che in età adolescenziale l’odore del corpo comincia a cambiare a causa di fattori ormonali, come ad esempio la presenza del testosterone che ha un picco durante la pubertà. Resta comunque un profumo che i genitori sanno comunque percepire come qualcosa di proprio, di familiare.

In conclusione. Non ci vuole la scienza, sebbene lo abbiamo confermato anche i ricercatori, per capire come i neonati siano un forte richiamo, di tenerezza, abbraccio, sorrisi e pure profumi, che invitano mamma e papà a cullarsi, occuparsi di loro e proteggerli anche quanto  sono infinitamente stanchi. Un bisogno di reciproca dipendenza che fa bene ai piccoli e ai grandi e che via via si affievolisce nel tempo. Come un buon odore, ma che resta sempre nel cuore.