Qualità della vita, Bergamo guadagna 25 posizioni: è 14ª
La prestigiosa graduatoria del Sole 24 Ore ci premia per inflazione sotto la media. Grandi passi in avanti per “Ambiente e servizi” e “Cultura e tempo libero” grazie a tanti che praticano sport. Resta pessima la qualità dell’aria
Buoni segnali per Bergamo nella 33ª indagine della Qualità della vita del Sole 24 Ore. Dopo lo shock dato dalla pandemia, la risalita: 14esimo posto in Italia, con ben 25 posizioni guadagnate.
In particolare, la provincia si distingue per un’inflazione al 10%, mentre la media nazionale è al 14%: nessuno fa meglio di noi. Secondo posto per i tempi di pagamento delle fatture: non ci piace lasciare (troppi) conti in sospeso. Poderosa la risalita nel settore “Ambiente e servizi”: ora siamo 28esimi, 44 posizioni più in alto dello scorso anno. E sono 25 le posizioni guadagnate in “Cultura e tempo libero”, con un alto indice di sportività (siamo terzi in Italia).
Malissimo la qualità dell’aria, in cui siamo al 106esimo posto. Qui un riassunto dei dati che concernono la Bergamasca.
Bologna, Bolzano e Firenze sul podio
Dalla classifica 2022 risulta Bologna la provincia italiana in cui si vive meglio: il capoluogo emiliano torna in vetta alla classifica generale della storica indagine che viene pubblicata ogni anno, dal 1990. Si tratta della quinta medaglia d’oro dopo quelle conquistate nel 2000, 2004, 2011 e 2020.
Sul podio ci sono anche Bolzano, habitué della top dieci, che quest’anno sale al secondo posto, e Firenze, terza dopo una scalata di otto posizioni rispetto al 2021, che diventano 24 se si fa un salto indietro al 2020. Quello di Firenze è un grande ritorno: per ritrovarla in testa bisogna risalire al 2003, quando vinse la 14ª edizione, nell’anno in cui dilagava la psicosi della Sars e iniziava la guerra in Iraq.
L’indagine
I numeri sono importanti per misurare lo stato delle cose. Senza misura manca la consapevolezza di quello che accade, dei trend che cambiano il Paese e dei gap da colmare. È questa la forza dei dati territoriali della ricerca del Sole 24 Ore.
Novanta statistiche su base provinciale svelano le urgenze su cui è necessario intervenire e diventano campanelli d'allarme in grado di orientare scelte e strategie. Non solo numeri, dunque, ma strumenti che danno voce alle tante fragilità del Paese.
Esempio. Negli asili nido italiani ci sono 27,2 posti ogni cento bambini, con differenze che vanno dai 46,8 posti di Ravenna ai 6,2 di Caltanissetta. Conoscere questo indice di copertura si è reso necessario da quando nel 2002 il Consiglio di Barcellona ha fissato l’obiettivo del 33 per cento.