Racconto di una festa

Quanta strada da quella tragedia che ha dato vita all'Aido Stezzano

Quanta strada da quella tragedia che ha dato vita all'Aido Stezzano
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Nadia ha perso la sorella, Giovanna il marito. C’è tanta sofferenza negli interstizi della festa, perché la lotta di Aido è contro un nemico mortale e farne parte spesso significa portare sulla propria pelle delle cicatrici indelebili. Quest’anno la sezione di Stezzano ha spento 35 candeline. «Da diverso tempo stavamo pensando a come organizzare questo evento nel migliore dei modi – spiega il presidente Gigi Valtulina –. Per farlo abbiamo coinvolto attivamente i nostri volontari più giovani, perché siamo convinti che rappresentino il futuro della nostra associazione».

 

 

Venerdì 14 settembre il sipario si è alzato con la commedia dialettale L’amùr senza gelosia al dura mia, messa in scena dalla compagnia "I Brinacc de Sedrina" al cineteatro Eden: «L’abbiamo scelta perché noi di Aido siamo come una grande famiglia. A volte è normale che ci siano delle piccole incomprensioni, ma ciò che più conta è rimanere uniti per fare il bene di tante persone – afferma Gigi –. Il pubblico era numeroso e la serata è stata molto divertente. Hanno riso tutti, dal sindaco al parroco». Durante gli intervalli tra un atto e l’altro sono stati proiettati dei video con protagoniste persone che grazie al trapianto d’organi hanno potuto sconfiggere le loro malattie, che hanno lanciato un messaggio sull’importanza della donazione, suscitando un forte impatto. Domenica 16 settembre è andata invece in scena un’intera giornata di celebrazioni e festeggiamenti, a cui hanno partecipato, oltre ai cittadini e alle autorità, una quarantina di sezioni Aido provenienti dai Comuni della Bergamasca. La giornata si è aperta con il ritrovo in oratorio, da dove è partito il corteo diretto al cimitero con banda al seguito. Dopo la Messa, il buffet, mentre nel pomeriggio grande festa per i più piccoli, tra gonfiabili e zucchero filato.

«Per noi è importante che la gente stia insieme e sia felice, perché in questi momenti di condivisione sono racchiusi i nostri valori – confida Gigi –. La giornata è stata molto positiva. Dobbiamo ringraziare il Comune e la parrocchia per il loro prezioso aiuto, oltre a tutti i nostri grandi e piccoli sostenitori». Senza dimenticare la dedizione e l’impegno dei numerosi volontari, diretti dal presidente, che si gode i complimenti dei presenti: «Quest’anno Gigi si è davvero superato», commenta Nadia Ratti, sorella di Barbara, scomparsa a causa di un incidente mentre era in sella a un motorino e a cui è stata intitolata la sezione. La famiglia scelse di donare gli organi e, pochi mesi dopo la morte della figlia, Mario Ratti decise di fondare un gruppo Aido in paese. Dunque la celebrazione dei 35 anni del gruppo si intreccia con il ricordo indelebile di Barbara: «Ci sono stati momenti molto toccanti – afferma Nadia –. Come la preghiera del donatore che è stata letta durante la Messa e la visita al cimitero, quando abbiamo deposto dei fiori sulla tomba di mia sorella e la banda ha suonato un brano molto commovente. Ritengo positivo che in questo genere di celebrazioni si uniscano festa e commemorazione, in modo che il ricordo di Barbara resti vivo».

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A detta di tutti, questo 35° anniversario è stato un successo, come confermano le parole di Giovanna Solivani, vicepresidente della sezione, di cui fa parte dal 2011: «La cosa più importante è divulgare il messaggio sulla donazione e fare informazione, perché vogliamo che il maggior numero di persone aderisca alla nostra causa – afferma –. In Italia tante persone sono in lista d’attesa per un trapianto, un numero molto maggiore rispetto alla disponibilità degli organi». Una situazione vissuta sulla propria pelle da molti pazienti, e che ha toccato Giovanna da vicino: «Mi sono gettata nell’associazione dopo aver perso mio marito, che era in lista d’attesa per un trapianto e non ha fatto in tempo a riceverlo. Mio nipote, invece, si è sottoposto a un trapianto di reni. L’intervento è andato bene: ora ha messo su famiglia e sta benissimo». Affinché tanti altri possano superare la malattia e tornare alla vita, Aido continua la sua battaglia. Tanti altri eventi bollono in pentola; negli anni infatti Aido Stezzano si è fatta conoscere per la qualità delle sue iniziative: «Attirare tante persone è il modo più efficace per comunicare il nostro messaggio – dichiara il presidente –. Per questo vogliamo continuare a collaborare con tutte le associazioni: quando è chiamata in causa Aido risponde sempre presente».

Articolo pubblicato sul BergamoPost cartaceo del 21 settembre 2018

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