Santa Graziella dei Barboni in visita alla Cappella Sistina
Più grande del genio di Michelangelo è l’umiltà del papa. Potrebbe essere questa la sintesi della visita di Graziella alla Sistina.
Che Francesco, oltre alle docce, al barbiere e ai sacchi pelo abbia pensato di regalare ai senzatetto di Roma la visita al luogo in cui il suo predecessore aveva incontrato gli artisti cattolici è di per sé un fatto che ci riconcilia con la vita.
Che poi una degli invitati - come riferisce huffingtonpost.it - abbia detto che di Michelangelo non ce ne sono più, ma che, oltre al sorriso del Papa, «soprattutto mi ha colpito la sua umiltà. Chi altro farebbe questo? Nessuno, io vado sempre in chiesa ma non avevo mai sperimentato una umanità e una umiltà del genere» ci riporta alle sorgenti stesse del fatto cristiano: incontrare, fare esperienza di uno che non si poteva nemmeno immaginare che esistesse, ma che quando lo si incontra si riconosce come proprio e più consonante a sé di se medesimi.
Graziella non dev’essere una sprovveduta. Quando le hanno chiesto se ritiene che «il Vaticano con le sue numerose iniziative a favore dei senzatetto e della promozione della loro dignità stia dando anche una lezione alla politica» ha dato una risposta che se riuscissero a pensarla il 10 percento dei nostri parlamentari e dei loro maîtres à penser cambierebbe il mondo. Ha detto: «non credo, penso piuttosto che il Vaticano in questo modo stia dicendo e facendo ciò che deve dire e fare, sta seguendo la dottrina di Cristo e certo comunque in questo modo sta dando il buon esempio».
Ha aggiunto, santa Graziella dei Barboni, che se ci sarà un’altra visita - pare alle stanze di Raffaello - lei vorrà esserci. Ci dicano quando è così un paio di giorni prima ci travestiamo da senzatetto e magari riusciamo ad andarci anche noi. Non per Raffaello, no: conosciamo il suo genio. Per stare un paio d’ore accanto a Graziella, guardare il suo volto, e trovare riposo nei suoi discorsi.