Gasperini e il bomber, chi ben comincia...

Sartori racconta il colpo Paloschi «Ha detto sì a metà stipendio»

Sartori racconta il colpo Paloschi «Ha detto sì a metà stipendio»
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Lo chiamano "il Cobra” e più passa il tempo, e abbiamo la fortuna di vederlo lavorare da vicino, più la definizione sembra azzeccata. Non lo vedi quasi mai, lo senti pochissimo parlare, non appare sui giornali e quando accade non svela mai gli obiettivi reali. Dice e non dice, è criptico e tremendamente abbottonato. Giovanni Sartori, direttore tecnico atalantino, è fatto così e non c’è da stupirsi. Nelle ultime settimane ha lavorato a fari spenti per il ritorno in Italia di Alberto Paloschi, ha bruciato tutti sul tempo e, quando è stato il momento, è salito sul primo aereo per Ibiza e ha chiuso l’accordo con l'attaccante dello Swansea.

In attesa della presentazione ufficiale alla stampa del nuovo centravanti nerazzurro, che avverrà la prossima settimana, abbiamo intervistato il dirigente atalantino per capire come è riuscito a portare a Bergamo l’ex bomber del Chievo. Ma soprattutto, come ha fatto ad acquistarlo a una cifra decisamente più bassa rispetto a quanto i gallesi avevano pagato a gennaio, e battendo tutti sul tempo. Sistemando l’attacco e regalando al tecnico Gasperini un elemento di sicuro affidamento.

 

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Direttore Sartori, Paloschi è dell’Atalanta: ci racconta questo grande risultato?

«Paloschi era un’idea che avevamo da tempo, abbiamo provato a prenderlo l’estate scorsa e anche a gennaio, ma non c’erano le condizioni. Lo abbiamo seguito nell’esperienza inglese e appena ci siamo resi conto che per lui in Premier League c’era qualche difficoltà di impiego, ho iniziato a convincermi che c’erano spiragli per un suo ritorno. Quando ho capito che il giocatore voleva tornare, ne abbiamo parlato insieme a Luca (Percassi, ndr) e al presidente e ci siamo fiondati su di lui».

Siete andati sicuri e convinti nonostante non fosse un’operazione semplicissima...

«Assolutamente sì. Il presidente mi ha dato subito l’ok e mi ha pregato di accelerare molto i tempi, sia con la società che con il giocatore: in 5-6 giorni abbiamo affondato il colpo e chiuso l'accordo. Da qualche settimana c’erano mezzi contatti, avevamo questo pensiero e pian piano abbiamo cercato di capire quali erano le sue intenzioni. In questi casi non è facile, bisogna lavorare bene e sentire sia la società che il giocatore: al momento giusto siamo intervenuti. Sono trattative delicate, se aspetti un giorno di troppo sei fritto».

E siete volati a Ibiza per chiudere il discorso...

«Esattamente, il viaggio a Ibiza della scorsa settimana è stato decisivo per chiudere. Prima avevamo la sua disponibilità e il suo gradimento, ero certo che lui volesse tornare in Italia, ma è importante sottolineare un aspetto: quando abbiamo parlato con il giocatore e gli abbiamo prospettato la possibilità di tornare in serie A per indossare la maglia dell’Atalanta lui ha detto subito di sì, con grande entusiasmo. C’erano altre squadre italiane su di lui, Paloschi è stato cercato da molti anche nelle ore in cui era a Bergamo per le visite mediche, ma ha dato la sua parola a noi, ha accettato la nostra proposta e ha firmato il contratto fino al 2021».

Dal punto di vista economico, lo sforzo è stato importante: parliamo di cifre?

«Non voglio parlare di cifre ma posso dire che le prime che sono uscite sono decisamente sbagliate. Possiamo però sottolineare un dettaglio molto significativo. Paloschi aveva un contratto con la formazione gallese fino al 2019, ne ha firmato uno con l’Atalanta fino al 30 giugno 2021 (quindi per 5 anni) accettando una riduzione dello stipendio del 50 percento. Il suo contratto prevede alcuni bonus legati ai gol che segnerà, ma quale giocatore accetta di tornare nel nostro campionato con uno stipendio che è la metà di quello attuale? Paloschi voleva l’Atalanta e lo ha dimostrato in tanti modi: se non ci fosse stata questa disponibilità da parte del ragazzo, l’operazione sarebbe stata quasi impossibile e improponibile. Per l’Atalanta ma anche per molte altre squadre».

La sentiamo felice, direttore...

«È vero, siamo molto contenti.  Nel giro di una settimana abbiamo presentato Gasperini e subito dopo abbiamo chiuso per Paloschi, giocatore che ha ovviamente il pieno gradimento anche del nuovo tecnico. Siamo felici perché la costruzione della squadra procede bene: se ci pensiamo un attimo, l’Atalanta ha preso il miglior attaccante italiano che c’era sul mercato e che poteva venire a Bergamo. Questo non è un dettaglio, se non fossimo riusciti a chiudere con lui sarebbe stato quasi impossibile trovare un altro giocatore di questo tipo disposto a venire all’Atalanta: l’alternativa poteva essere qualche scommessa europea con tutti i rischi del caso, siamo andati sul sicuro e siamo molto soddisfatti».

 

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Paloschi e Petagna sono certi, chi sarà il terzo centravanti?

«Oggi è Pinilla, sta giocando la Coppa America e parleremo con lui più avanti. Dunque, le tre “P”: Pinilla, Petagna e Paloschi. Il mercato è lungo e ci sono tante cose che possono succedere, bisogna avere pazienza e aspettare. Quello che posso dire è che se dovesse esserci un’uscita, ci sarà un’entrata. È ancora presto, abbiamo fatto già molto, ma siamo sempre sul pezzo».

In difesa manca un tassello: può essere De Maio?

«Il centrale del Genoa è un buon giocatore, Gasperini lo  conosce bene e lo ha allenato nelle ultime stagioni, ma non è il tipo di giocatore che cerchiamo noi. Il profilo che ci interessa è diverso, non faccio nomi perché sarebbe poco furbo: appena viene svelato un interesse, la concorrenza aumenta a dismisura. Stiamo come sempre vigili e non diamo vantaggi agli altri, abbiamo i nostri obiettivi e lavoriamo in silenzio per centrarli».

Kessie, Caldara, Suagher e Molina sono solo alcuni dei giovani di ritorno: andranno tutti in ritiro?

«Kessie, Caldara e Suagher sicuramente sì, Molina invece ha un problema alla caviglia che fino ai primi di agosto potrebbe tenerlo ai box, quindi resterà con noi ma non penso che parteciperà al ritiro. La volontà del mister è quella di vederli tutti a Rovetta e poi decidere, quindi faremo così e ogni valutazione è rimandata alle prossime settimane».

Ultima domanda: Paloschi rappresenta un grande investimento, considerando Gomez incedibile a questo punto servono due partenze per rimettere a posto i conti?

«Non credo, se ci saranno offerte importanti penso che un sacrificio andrà fatto, ma non abbiamo nessuna intenzione di svendere i nostri giocatori migliori. Il mercato è imprevedibile, come in tutte le realtà se c’è da fare una “buona” cessione, cioè ad una cifra che facendo tutte le valutazioni del caso riterremo giusta, è normale che andremo avanti. Sportiello e de Roon? È ancora tutto fermo, magari ci potrebbero essere sorprese su altri giocatori, ma restiamo vigili. E godiamoci questo momento: con Gasperini e Paloschi siamo partiti con il piede giusto».

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