LA FANTASIA DEL PALLONE

Formidabile quel leggendario 2015 in cui la Dea rivinse la Coppa Italia

Formidabile quel leggendario 2015 in cui la Dea rivinse la Coppa Italia
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Che giorno pazzesco è stato quello dello scudetto. A Roma, al Circo Massimo, c'era così tanta gente da sembrare impossibile. E c'erano le bandiere e gli striscioni, e sopra al palco che avevano montato apposta per l'occasione la squadra giallorossa aveva fatto un gran baccano. L'euforia era andata avanti anche dopo, per intere settimane. Quando tutto era finito, per le strade della capitale certe volte sentivi ancora i clacson suonare e la gente urlare: "I campioni d'Italia siamo noi", gridavano. Ma anche più bella è stata la notte di Champions League. Da anni una squadra italiana non alzava la coppa dalle grandi orecchie. E che incredibile epilogo, con quella finale tutta tricolore, a San Siro, con l'Inter e il Milan che per la prima volta si sono affrontate in un derby da mille e una notte.

Però anche l'Atalanta ha festeggiato, eccome, vincendo un'altra Coppa Italia favolosa. E il Carpi? Nessuno ci poteva credere, e invece alla fine ce l'ha fatta a essere promosso e a giocare in Serie A. Perché niente è impossibile. Così il campionato è iniziato con un sacco di squadre dalla storia incredibile. Il Chievo e il Sassuolo, per esempio, due realtà così piccole e così solide allo stesso tempo. Ma l'anno ci ha portato anche un sacco di conferme. Quella di Manolo Gabbiadini e quella di Jack Bonaventura. Uno è diventato un fuoriclasse purissimo, l'altro uno dei pilastri della Nazionale. Ah sì, la Nazionale. Finalmente Antonio Conte è riuscito a instaurare un bel feeling con tutti gli allenatori del campionato, e adesso l'Italia vede un lumicino in fondo al tunnel. Ci vorranno altri anni perché la squadra azzurra torni a essere competitiva come una volta, ma almeno si è ripreso a lavorare seriamente con i settori giovanili e ridare dignità al calcio di casa nostra. E' un inizio.

E poi che bello, per un anno intero non si è parlato di Wanda Nara e di Mauro Icardi. Ma di Balotelli sì. Si è tagliato la cresta e adesso ha un'acconciatura normale. Mario è tornato a giocare in Italia. Mica alla Juventus o all'Inter, no: è andato all'Empoli per capire cos'è il sacrificio. Lo aveva fatto sapere a tutti con un tweet, ma il senso del cinguettio questa volta era molto diverso. Finalmente Mario è diventato grande. Un uomo, insomma. Uomini come Cristiano Ronaldo, che un anno fa aveva vinto tutto, ha stupito il mondo tornando a giocare nella sua prima squadra, il Nacional de Madeira, che era in difficoltà economiche. Con i soli incassi di quest'anno il club portoghese potrà vivere di rendita per almeno una decina d'anni. Pare che la sua stessa scelta stia per farla anche il suo vecchio allenatore Carlo Ancelotti. Le voci lo danno vicino a un clamoroso ritorno sulla panchina del Parma, precipitato fra i dilettanti dopo le tre cessioni in un anno. Chissà come sarà il prossimo anno? Certo è stato proprio un bel 2015. Auguri.

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