Un'indagine canadese

Siate gentili: è un'ottima terapia per combattere gli attacchi di ansia

Siate gentili: è un'ottima terapia per combattere gli attacchi di ansia
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Prodigarsi in atti di gentilezza: sembra essere questa la tecnica, gratuita in sé ma molto remunerativa sotto l’aspetto umano ed emotivo, per vincere l’ansia. Uno stato ben noto a molti, che induce a rinchiudersi in se stessi, a rimuginare sulle proprie preoccupazioni, a volte negandosi alla socialità, di qualsiasi natura essa sia. A quanto pare commettendo un errore, perché avvicinarsi all’altro, anche in questi contesti difficili, stempererebbe le tensioni interiori. Lo hanno scoperto, con uno studio mirato i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Motivation and Emotion, alcuni ricercatori della University of British Columbia, in Canada.

 

 

L’ansia fa male. Non solo allo spirito, ma anche alla vita personale, alle relazioni umane, alla carriera professionale, alle potenzialità individuali. Perché blocca azioni e pensieri, spingendo chi la prova a interiorizzare le esperienze del proprio vissuto, anziché ricercare un aiuto o una condivisione con il prossimo. Cosa che invece sembra essere una possibile cura per vincere lo stato ansioso.

L’esperimento di gentilezza. Lo hanno capito dei ricercatori canadesi dopo aver sottoposto a un esperimento sociale un gruppo di 115 studenti, suddivisi in tre sottogruppi, cui era stato affidato lo svolgimento di diversi tipi di attività. Al primo, infatti, era chiesto di aiutare gli altri, due volte a settimane per un periodo di quattro settimane, ad adempiere piccole mansioni gentili, come ad esempio lavare i piatti al posto del compagno di stanza, tagliare il prato del vicino, adoperarsi in generale in atti di solidarietà. Al secondo invece era domandato uno sforzo maggiore perché, contro ogni volere, si doveva invitare qualcuno fuori a pranzo, rivolgere la parola a uno sconosciuto, insomma rompere in qualche modo il proprio silenzio o uscire dal guscio. I terzi, più fortunati, dovevano invece riportare semplicemente in un diario gli eventi o le esperienze provate durante la giornata. Consapevoli dell’immane impegno richiesto ai ragazzi del primo e del secondo gruppo, i ricercatori li hanno sostenuti educandoli in precedenza con esercizi di respirazione, utili a tenere sotto controllo lo stato di ansia.

 

 

Gli splendidi risultati. Non è stata una sorpresa per i ricercatori ricevere conferma alle loro aspettative. Come ipotizzato, infatti, i ragazzi invitati a un impegno costante di socialità, avevano migliorato il loro stato ansiogeno: avevano rafforzato la loro autostima e le relazioni interpersonali, arricchendole di nuove conoscenze e contatti.  Ma non solo, prodigarsi in atti di gentilezza, avrebbe favorito in loro anche una visione più ottimistica della vita e delle situazioni da affrontare che, come effetto condizionato e benefico, avrebbe ridotto sensibilmente l’ansia. Un’ottima terapia, insomma, per nulla cara economicamente parlando, ma emotivamente molto ricca.

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