Sogni d'oro ma ad occhi aperti Il volo di Ilicic e lo snow di Michela
«Ma vogliamo parlare del 2-1 di Ilicic sotto la Curva?». Nei commenti del dopo partita legati alla sfida di Europa League fra Borussia Dortmund e Atalanta, ci sono il rammarico per una sconfitta (parziale) con la controrimonta giallonera e le speranze più che fondate per il passaggio del turno nel ritorno a Reggio Emilia. Ci sono la commozione di Antonio Percassi ai piedi della curva, ma anche e soprattutto la consapevolezza di aver scritto la storia e vissuto un sogno ad occhi aperti.
Negli attimi appena successivi a quella “reeteeee”, ho risentito distintamente l’urlo immortale di Elio Corbani alla radio, ho abbracciato mia moglie e i miei figli rimasti in Italia, condiviso un sorriso con il nonno Franco e con gli amici del Club riuniti davanti alla tv. È stato, quel gol, una formidabile macchina del tempo e dello spazio, capace in un attimo di riportarmi agli spareggi con Titta Rota, alle promozioni con Sonetti e Vavassori, alle notti di Lisbona e col Malines, alle sigarette di Franco Previtali e Cesare Bortolotti, alla determinazione di Achille Bortolotti e Ivan Ruggeri. C’erano, in quegli attimi, l’orgoglio dell’amico Benito Guerini e la competenza di Franco Ongaro (voi non lo ricordate, ma per noi era semplicemente Pelè), l’entusiasmo di Lucia di Gazzaniga, le notti con Marino Magrin, Lino Mutti, Mirko Benevelli, don Damiano ed Eugenio Perico.
A Dortmund, in quegli infiniti istanti dopo il 2-1, abbiamo scritto di getto un capitolo di storia, con la leggerezza di un attimo fuggente e il peso di un muro neroblù incredibile e sconfinato. Molti (ed io fra questi) assicurano di aver visto Ilicic volare. Fra le nubi lo hanno incrociato Chicco Pisani, Alessandra Midali e Piermario Morosini. È stata festa grande, e io l’ho vista. Guardando il campo ho visto il cielo, nel quale (ve lo giuro) volava anche Diego Servalli con il suo parapendio.
Ho sognato senza chiudere gli occhi, e quando, all’alba di un nuovo giorno, le palpebre si abbassavano come le ali dell’aereo sull’aeroporto di Orio, ecco un nuovo sogno: quello seriano di Michela Moioli, del suo snowboard e dell’oro olimpico. Volare si può, non solo nello sport. E io non voglio scendere.