Un'indagine americana

Novità: a quanto pare i videogame stimolano abilità e socializzazione

Novità: a quanto pare i videogame stimolano abilità e socializzazione
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Nulla è mai completamente negativo. Così anche i videogiochi, da sempre demonizzati per il loro impatto nefasto sulla salute e sulla vita di relazione di bambini e adolescenti, avrebbero ora un parziale riscatto. Secondo uno studio condotto dalla Columbia Mailman School of Public Health di New York (Stati Uniti) e pubblicato sulla rivista Social Psychiatry and Psychiatric Epidemiology, infatti, l’uso di questi strumenti interattivi potrebbe favorire lo sviluppo di alcune facoltà intellettive, con ricadute sul miglioramento del rendimento scolastico e anche sulla socializzazione.

 

 

Generazione digital: non a caso i ragazzi moderni si sono meritati questo appellativo, perché, ovunque e a qualsiasi ora del giorno, stanno con la testa china a smanettare a una velocità inaudita su tablet, smartphone e pc. Se questa attività dovesse però riguardare un videogioco ‘sano’, mamma e papà potrebbero cominciare a limitare le loro preoccupazioni. Pare infatti che essi non siano affatto (o comunque non del tutto) negativi, anche dopo un uso prolungato, oltre cioè le cinque ore a settimana, ma anzi che possano potenziare sia alcune facoltà mentali sia la socializzazione.

Lo studio e i suoi risultati positivi. Almeno secondo quanto emerso da una vasta ricerca americana, che ha interessato quasi 3.200 bambini di età compresa tra i 6 e gli 11 anni, tutti facenti parte del progetto School Children Mental Health Europe. I giovani scolari hanno subito da parte di genitori e insegnanti un'interrogazione fuori dalla norma scolastica; hanno infatti dovuto rispondere, non a voce ma tramite uno strumento interattivo, a una serie di domande riguardanti anche le loro attività preferite nel tempo libero, compreso l’utilizzo dei videogiochi. Il test aveva lo scopo di valutare lo stato di salute mentale dei giovani e se una specifica attività potesse in qualche modo favorirlo o inibirlo e in quale misura.

 

 

E, forse un po’ a sorpresa, i risultati sono stati inaspettati: hanno infatti evidenziato abilità migliori nel gruppo di ragazzi, di norma appartenenti a famiglie più istruite, costituite da un nucleo famigliare con entrambi i genitori, attivi e senza problemi di ordine psicologico, che dichiaravano di  utilizzare i videogame oltre le cinque ore a settimana. In particolare, questi ragazzi digital avevano probabilità nell’1,75 per cento dei casi di avere capacità intellettive più elevate e nell’1,88 per cento dei casi prestazioni scolastiche più efficienti.

Non era solo questione di essere più bravi a scuola, perché questi ragazzi dimostravano anche buone capacità di relazione e socializzazione con i compagni, contravvenendo alle più radicate convinzioni, secondo cui i videogiochi potrebbero portare a forme di isolamento sociale.

 

 

Sempre con buonsenso. Dunque, via libera all’uso dei videogiochi secondo le volontà dei ragazzi? Al riguardo gli esperti mettono in guardia, perché occorre comunque che i genitori fissino dei limiti all’utilizzo di questi strumenti interattivi, contribuendo da un lato alla crescita positiva dei loro figli e dall’altro insegnando in questo modo anche ai giovani ad essere responsabili di loro stessi e dei propri doveri. Uno studio, seppure vasto, non è però sufficiente per non porsi ancora qualche domanda sull’uso dei videogiochi, come ad esempio valutarne gli effetti anche a lungo termine. Cosa sulla quale ancora non è dato sapere.

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