Condizioni in miglioramento

Storico intervento al Papa Giovanni, sta bene il padre che ha donato parte del polmone al figlio

Il bambino resta in prognosi riservata, ma «le sensazioni sono positive». L'intervento è il primo eseguito in Italia, pochi casi al mondo

Storico intervento al Papa Giovanni, sta bene il padre che ha donato parte del polmone al figlio
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È uscito dalla Rianimazione dell'ospedale Papa Giovanni di Bergamo e si trova ora nel reparto di degenza il papà che martedì 17 gennaio ha donato parte del suo polmone per salvare la vita di suo figlio, cinque anni appena affetto da talassemia. Sta bene, spiegano i medici: ha ripreso a mangiare e si muove in autonomia.

Al momento non è stata riscontrata alcuna complicanza e la sua prognosi non risulta più riservata. Chiede sempre del figlio e delle sue condizioni. Il bambino dovrà affrontare ancora un lungo percorso, ma i medici sono (seppur con cautela) positivi.

«C'è molta prudenza - ha raccontato a L'Eco di Bergamo Michele Colledan, direttore del Dipartimento di insufficienza d’organo e trapianti e dell’Unità di Chirurgia generale 3, che ha effettuato lo storico intervento -. Con cautela possiamo dire che si sta pian piano cercando di svezzare il bambino da vari supporti. La prognosi resta riservata e la prudenza è doverosa, ma le sensazioni sono positive».

«Prossimo giorno di festa quando rivedremo a casa entrambi»

Il trapianto polmonare da donatore vivente eseguito dai team medici del Papa Giovanni era al suo debutto in Italia: mai, prima d'ora, era eseguita altrove nel nostro Paese. Si tratta di un caso molto raro, con pochissimi precedenti in Europa e nel mondo. Le congratulazioni per il successo sono arrivate anche da Bruno Gridelli, uno dei principali luminari della materia ed ex direttore del Centro Trapianti al 1999 al 2003 - quando l'ospedale bergamasco era ancora "i Riuniti".

L'intervento è stato preceduto da una preparazione di circa due mesi, come ha affermato Colledan, anche dal punto di vista burocratico: bisogna accertarsi che la donazione consapevole e non forzata, c'è una valutazione da parte di terzi, un passaggio dal magistrato e una valutazione immunologica, che viene eseguita dal centro regionale di coordinamento dei trapianti. «Il prossimo giorno di festa sarà quando rivedremo a casa entrambi - ha concluso Colledan -. È stato fatto un lavoro straordinario, da parte di tutti i professionisti coinvolti».

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