Proveniente dalla Cina

Il super benefico tè verde Matcha Una bontà di origini antichissime

Il super benefico tè verde Matcha Una bontà di origini antichissime
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Che sia verde, meglio ancora se di qualità Matcha. È questa l’ultima varietà di tè, verde appunto, proveniente dalla Cina, con buone proprietà antiossidanti, di cui un gruppo di ricercatori americani del National Center for Complementary and Integrative Health di Bethesda, nel Maryland, sta indagando anche ulteriori benefici e proprietà, tra cui possibili potenzialità protettive verso le facoltà cognitive. È ancora presto per trarre conclusioni definitive, ma berlo in quantità moderata, dicono gli esperti, male non fa. Anzi.

L’aspetto. Una polvere sottilissima, con grani quasi invisibili, di cui sorprende il colore: un verde molto acceso. Così si presenta all’aspetto questa essenza, proveniente dall’Oriente, dalla Cina in particolare, che potrebbe racchiudere, una volta disciolta nell’acqua, benefiche proprietà ora allo studio da parte di ricercatori americani. Parliamo di tè rigorosamente verde, non però quello comunemente presente in commercio, bensì Matcha, che pare noto sul territorio di origine fin dal nono secolo, ma non ancora così tanto fuori dai suoi confini di nascita, e di cui i monaci buddisti giapponesi cominciarono per primi ad apprezzarne e scoprire potenziali benefici e proprietà.

 

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La lavorazione. Proprietà che si fanno conquistare: infatti derivano da un'attenta selezione delle foglie del tè, che devono essere di alta qualità, e da un'altrettanto accurata preparazione, per ricavare da esse il massimo. Devono essere dapprima coltivate in zone d’ombra, poi raccolte a mano e trattate al vapore poiché con questa tecnica di cottura si evita che possano ossidarsi, perdendo le proprietà organolettiche, insite nella foglia stessa. E in ultimo vanno pestate, meglio macinate, con pietre di granito, fino a ridurle in polverosa e finissima poltiglia.

Sono foglie ricche. Almeno dal profilo nutrizionale: un grammo di tè matcha apporta all’incirca tre calorie, suddivise in due di proteine e una di carboidrati. Ma non solo, perché contiene anche numerose vitamine, in particolare vitamina A, del gruppo B, vitamina C, E e K e infine ferro e altri minerali. Il merito antiossidante, apparentemente riconosciuto al tè matcha, deriverebbe anche da un mix prezioso di altre sostanze come polifenoli, catechine, clorofilla, L-teanina e teofillina.

 

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Le proprietà in discussione. Si pensa che la bontà del tè matcha sia soprattutto a vantaggio delle facoltà cognitive. È già noto infatti che il tè verde contribuisca a migliorare la lucidità mentale per merito della caffeina, innanzitutto, con un'attenzione ora focalizzata anche su L-teanina e epigallocatechina gallato. Allora tutto benefico? Non proprio, perché alcuni studi, di cui un recente articolo su Food Research International, parlerebbe di vantaggi sì, ma piuttosto limitati, su un miglioramento dell'attenzione, e parlerebbe invece di un effetto in antitesi di L-teanina e caffeina. La prima, che di norma ha un effetto rilassante, potrebbe inibirebbe l’azione eccitante della seconda che proprio male non fa, soprattutto se le bevande ad alto contenuto caffeinico vengono consumate in elevate quantità. Dunque per questi aspetti tutto ancora da verificare. La teofillina, dal canto suo, potrebbe invece contribuire ad aumentare le energie e la clorofilla a migliorare i processi depurativi.

Si era detto degli effetti antiossidanti: questi spetterebbero soprattutto all’epigallocatechina gallato che potenzierebbe le difese naturali dell'organismo, rallentando l’azione dei radicali liberi, noti per attivare l’invecchiamento cellulare, proteggendo così le cellule stesse da possibili danni del DNA. Potenzialità che avrebbero anche aperto una discussione su effetti protettivi/preventivi sui tumori senza giungere ancora a conclusioni definitive, sebbene sia noto che il tè verde in alcuni casi possa avere una qualche positiva influenza.

 

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Infine studi di laboratorio, dunque su animali ma non ancora sugli uomini, condotti dall’Istituto americano sull'epigallocatechina gallato, avrebbero dimostrato un'azione positiva sui tumori e ancora, sempre sugli animali, avrebbe evidenziato anche la capacità di ridurre il danno renale in caso di diabete,  così come dei livelli di glucosio epatico e di colesterolo totale e trigliceridi.

Effetti collaterali. Ci sono, anche se si tratta di una bevanda naturale. Pare infatti che il tè matcha possa interferire con l’azione di alcuni farmaci, fitoterapici o prodotti a base di vitamine. Dunque, anche se siete amanti e consumatori di tè verde, non affidatevi alla bontà del fai-da-te, ma chiedete consiglio al vostro medico di riferimento. Soprattutto se siete in terapia al fine di evitare rischi o inefficacia della cura in atto, che possono essere sapientemente prevenibili.

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