Un'indagine giapponese

Tra uomo e cane basta uno sguardo Poi è amore, garantisce la scienza

Tra uomo e cane basta uno sguardo Poi è amore, garantisce la scienza
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Sull’importanza che un cane rappresenta per molte persone sono state dette e scritte innumerevoli cose: già nell’antichità Seneca ebbe modo di dire che «L’affetto per un cane dona grande forza all’uomo» e con il passare dei secoli quest’affermazione non ha fatto altro che trovare conferme sempre più evidenti. Il miglior amico dell’uomo, così è oggi universalmente conosciuto il cane. Una questione d’affetto, certo, ma anche di chimica, nel senso più strettamente scientifico del termine. Perché quando lo sguardo di un uomo incrocia quello di un cane scatta una scintilla, che se tanti non credono che sia addirittura amore perlomeno non possono fingere che non sia ossitocina.

 

 

Da cosa dipende questo particolare legame. Dicono che guardare fissamente negli occhi un cane non sia conveniente, poiché creerebbe timore, e quindi aggressività, nell’animale. Eppure, è proprio da questo semplice gesto che, parrebbe, nasce il rapporto fra il cane e il suo padrone (o, a questo punto, amico). Ad affermalo è uno studio giapponese, pubblicato sull’ultimo numero della rivista Science. Quando un cane guarda una persona negli occhi, infatti, nel nostro cervello si attivano le stesse reti di collegamenti neurali preposte ad innescare l’istinto genitoriale, in particolare quello di attenzione e cura che le madri hanno solitamente nei confronti dei figli. Ebbene, lo stesso tipo di reazione avviene nell’incrociare lo sguardo di un cane, con lui e solo con lui, poiché una cosa analoga non è rinvenibile in nessun altro animale.

Responsabile di tutto ciò è l’ossitocina, nota anche come “ormone del piacere”, che nelle donne, solitamente, interviene durante la gravidanza, stimolando il comportamento materno. L’ossitocina entra prepotentemente in gioco anche quando lo sguardo umano, di uomo o donna, incrocia quello canino; e sembrerebbe che anche nell’animale avvenga una reazione chimico-ormonale analoga. E una volta liberata l’ossitocina, il gioco è fatto.

 

 

Gli esperimenti che dimostrano tutto. Per dimostrare quanto detto, il team giapponese ha effettuato due esperimenti. Nel primo, sono state monitorate le interazioni tra i cani e i loro proprietari mentre stavano in una stanza per mezzora: ogni gesto, come coccole, carezze, paroline dolci sussurrate all’orecchio e soprattutto scambio di sguardi reciproci è stato scrupolosamente annotato. In seguito sono stati prelevati campioni di urina sia dall’uomo che dal cane, e sono stati rinvenute variazioni dei livelli di ossitocina tanto più elevate quanto gli sguardi fra la “coppia” sono stati duraturi. Nel secondo esperimento, sono state spruzzate nel naso di una parte dei cani alcune gocce di una sostanza contenete ossitocina, per poi lasciare gli animali, sempre per mezzora, in una stanza con alcuni soggetti umani. Il risultato è stato che i cani con inalazione hanno impiegato molto più tempo ad interessarsi delle persone presenti, poiché già carichi di ossitocina, mentre quelli senza inalazione hanno iniziato subito il gioco di sguardi con gli esseri umani.

Poiché questo fenomeno non succede nelle interazioni visive con altri animali, compreso il lupo dal quale discende il cane, gli scienziati ipotizzano che la sintonia tra uomini e cani non sia di origine naturale, ma che si sia evoluta nel cervello di entrambi durante i secoli nel corso del processo di addomesticazione. Preso atto di tutto ciò, è davvero il caso di dire che fra uomo e cane, ormai, è decisamente amore a primo sguardo.

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