Un migrante in casa per una notte L'accoglienza dal basso di Bruxelles

Per tutti il sogno è riuscire un giorno ad attraversare il mare e sbarcare sul suolo inglese. Ma in attesa di trovare la via per realizzare il sogno c’è da misurarsi con la realtà dura dell’inverno di Bruxelles. In questi mesi infatti sino tanti i migranti che hanno scelto la capitale belga come stazione intermedia verso Londra. Non è una nuova Calais, la città francese sui bordi della Manica, dove negli anni scorsi era sorto un vero campo profughi ribattezzato la Jungle. I numeri sono diversi e meno drammatico, ma si tratta comunque di centinaia di persone di fatto clandestine, che devono arrangiarsi giorno dopo giorno. In gran parte dormivano nei parchi della città sino a che è partita via Facebook un campagna che ha sorpreso tutti per numero di adesioni.
Ospitare migranti per la notte. Hébergement Plateforme Citoyenne, questo il nome della piattaforma dove sono state raccolte le offerte di ospitalità notturna per i migranti. In sostanza le famiglie che lo volevano e che avevano qualche letto a disposizione davano la loro disponibilità e poi i volontari incrociavano domande e offerte per dare un rifugio almeno la notte. Sono bastate poche settimane per arrivare al numero inatteso di ben 29mila iscritti alla piattaforma, tra i quali spiccano molte famiglie di italiani che abitano a Bruxelles. Si tratta di dare ospitalità a tempo determinato, a volte anche per una sola notte. Dal punto di vista legale non ci sono controindicazioni, perché l’ospitalità si configura come aiuto umanitario. Chi non ha spazio in casa si può rendere utile in altro modo ad esempio portando i migranti nelle case di loro abitazioni. Insomma un’infrastruttura semplice e ben oliata che ha dato risultati sorprendenti, se è vero, come dicono gli organizzatori che ogni notte trovano ospitalità 400 migranti, e che nel 2017 il conto complessivo sfiora quota 50mila.
Accoglierli per tempi più lunghi. È un’esperienza che spiazza osservatori ed esperti che hanno sempre guardato all’Europa come a un continente che si sente assediato dall’immigrazione. Ma probabilmente questa è una dimensione che viene creata dalla lettura mediatica del fenomeno e che non corrisponde con il sentimento vero di buona parte della popolazione. Del resto Hébergement Plateforme Citoyenne non è l’unica esperienza del genere in Europa. Esiste anche un’altre rete che è cresciuta moltissimo negli ultimi tempi, nata in Germania ma che ora ha messo radici anche in Italia. Si chiama Welcome Refugees, e prevede l’accoglienza domestica di uno o più migranti, ma in questo caso in accordo con le strutture addette a questo compito. Si tratta infatti di permanenze più lunghe di persone che sono in attesa del riconoscimento di asilo, quindi in situazioni diverse dai migranti “di passaggio” intercettati al parco Maximilien di Bruxelles.
Ora Hébergement Plateforme Citoyenne si è dato un obiettivo ulteriore: mobilitare le famiglie per richiedere alle autorità che ai migranti accolti possano essere garantite cure mediche nei casi di necessità e possano ricevere aiuti alimentari. L’Europa vista dal basso è spesso assai migliore di quella raccontata dall’alto...