Il progetto visionario di Francesca von Habsburg

Una grande caccia al tesoro per riscoprire la bellezza dell’arte

Una grande caccia al tesoro per riscoprire la bellezza dell’arte
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Se per voi l’arte non rappresenta altro che un hobby o un’espressione emotiva, probabilmente non andrete molto d’accordo con Francesca Thyssen-Bornemisza in von Habsburg, moglie dell’Arciduca d’Austria Karl von Habsburg e grandissima collezionista d’arte. Per lei, l’arte, non è altro che un tesoro, un dono all’umanità, arricchito quotidianamente dalla fantasia, dalla creatività e dall’intelligenza dei tanti artisti presenti al mondo. Quando però, negli ambienti che contano, si parla di lei, l’aggettivo che viene più spesso usato è “visionaria”. La sua visione dell’arte, effettivamente, non è quella del classico collezionista, disposto a spendere fior fior di milioni (se non miliardi) pur di possedere opere di ineguagliabile e inestimabile bellezza. No, la sua idea di arte è moderna e, soprattutto, scientifica. Non a caso Francesca von Habsburg è a capo della Tba21 Academy, una nave che solca gli oceani del globo con a bordo artisti, scienziati e pensatori, i quali dibattono quotidianamente e partecipano ai più svariati progetti di esplorazione e ricerca che, abitualmente, supporta l’arciduchessa d’Austria.

Proprio sulla Tba21 Academy ha preso vita l’ultima iniziativa della von Habsburg, un progetto teso a cambiare per sempre il concetto di collezionismo. Il suo nome è “Treasure of Lima: A Buried Exhibtion” ed è un tesoro di inestimabile valore artistico che è stato nascosto sulla Cocos Island, l’Isola del Tesoro di cui narrava Stevenson e che potrà essere ritrovato solamente decodificando i dati presenti in una mappa messa all’asta il novembre scorso e venduta per 185mila dollari. La cifra è stata devoluta alla Faico, la fondazione che si occupa della protezione marina della fauna e della flora dell’Isola di Cocos.

 

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La Dardanella. Dardanella è il nome dell’imbarcazione su cui Francesca von Habsburg passa la maggior parte dell’anno, insieme al capitano Brady MacDonald e all’equipaggio composto da sette elementi. La Dardanella è la sede della Tba21 Academy. Più che una semplice imbarcazione, l’arciduchessa ha reso la Dardanella una vera e propria piattaforma creativo/scientifica. Su di essa si cercano sempre nuovi ingegnosi modi per amalgamare l’arte alla scienza. Non ultimo, ad esempio, il progetto di creare una mappatura sonora di tutte le specie che popolano gli oceani, andando a ridefinire la cultura dell’esplorazione dei mari e offrendo al mondo un nuovo concetto di arte, non più solo come massimo livello estetico, ma anche tesoro di conoscenze e scienza. Questa particolare e, secondo molti, totalmente visionaria idea dell’arte di Francesca von Habsburg è il substrato su cui è nato “Treasure of Lima: A Buried Exhibition”.

 

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Alcune delle strumentazioni usate sulla Dardanella.

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La preparazione del tesoro da nascondere a Cocos Island.

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La Dardanella

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Il capitano della Dardanella, Brady MacDonald

L’archeologia del futuro. Per poter dare vita a questo incredibile e straordinario progetto, la collezionista ha contattato alcuni dei più grandi artisti di arte contemporanea, i quali hanno potuto partecipare donando proprie opere. Molti artisti di fama mondiale hanno risposto presente: Marina Abramovich, Doug Aitken e Olafur Eliasson, per dirne solo alcuni, i quali hanno creato delle mini-opere, su carta, file audio o file video, che sono poi state raccolte in una apposita “scatola” disegnata dagli architetti di New York Aranda/Lasch. Questo involucro è stato progettato per proteggere, nelle miglior condizioni, le opere degli artisti anche sotto terra o sott’acqua. Le coordinate del luogo preciso in cui è stato nascosto il tesoro sono state codificate e trasformate in una mappa ideata da un’altra artista, l’olandese Constant Dullaart, insieme al crittografo tedesco Michael Wege. A differenza di altre fantasiose iniziative di mappe del tesoro, però, in questo caso la mappa, che dovrà essere decodificata, non è stata resa pubblica, ma è stata messa all’asta a New York, a novembre, presso la casa d’aste Phillips. Il valore stimato, tenendo conto che anche la mappa era contenuta in una bellissima “scatola” disegnata dagli architetti newyorkesi Aranda/Lasch, era tra i 150mila e i 200mila dollari. Alla fine è stata venduta a 185mila euro, devoluti in beneficenza alla fondazione Faico.

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La "confezione" della mappa codificata venduta all asta, disegnata anche questa da Aranda/Lasch.

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La mappa con le coordinate codificate. Una creazione di Constant Dullaart e Michael Wege.

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Anche la stessa scatola è una opera artistica.

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La apposita “scatola” disegnata dagli architetti di New York Aranda/Lasch che contiene i tesori artistici.

Francesca von Habsburg ha così dato vita alla prima vera forma di archeologia del futuro. Con questo progetto ha potuto comunicare a tutti la sua volontà di riscoprire l’importanza dell’esplorazione ma anche dare un messaggio a tutti i collezionisti di arte: qualcosa è cambiato. Il collezionismo non può più essere una forma di piacere privato, esclusivo, egoistico. L’arte va condivisa, va apprezzata e amata in gruppo, deve essere «desiderata», ha detto lei stessa. E proprio l’idea della mappa del tesoro riassume alla perfezione questo suo pensiero, perché per poter entrare in possesso del tesoro artistico nascosto, chi è in possesso della mappa dovrà decodificare un codice che è a sua volta stato reso oggetto artistico. Per arrivare all’arte bisogna passar per l’arte. Francesca von Habsburg ha rotto totalmente gli schemi della classiche forme di collezionismo e ha anche, in questo modo, trasformato l’atto stesso del possedere. L’arte non può essere solo di uno, deve essere di tutti e la sua scoperta deve essere un percorso, un’avventura. E quale miglior avventura può esistere di una caccia al tesoro?

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