A Gorle

Un'occasione per ragazzi e ragazze che pensano di non saper fare nulla

Un'occasione per ragazzi e ragazze che pensano di non saper fare nulla
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«È la seconda volta che partecipo – racconta Arlind K., cittadino kosovaro di 19 anni – perché è un aiuto concreto nella ricerca di un lavoro e l’occasione di stringere nuove amicizie. Nel mio Paese ho studiato informatica e sono venuto in Italia nella speranza di realizzarmi in questo campo». Esperienza simile per Guilherme H., 21enne brasiliano, anche lui venuto nel nostro Paese, dove vive con la nonna, alla ricerca di un lavoro per aiutare i familiari rimasti in America Latina: «Il mio sogno è diventare autore di canzoni o scrivere libri – spiega il giovane – parteciperò anche al secondo percorso». «Il mio obiettivo è diventare estetista – dice invece Giada Veronica R., 20 anni di Milano – ma i corsi sono costosi e, quindi, cerco un impiego per finanziare il mio progetto».

Sono alcuni dei ragazzi che hanno partecipato alla seconda edizione del "Global Sports & Inclusion Day", che ha come idea centrale lo sport come strumento di inclusione sociale. La manifestazione organizzata da Adecco Group insieme a Fondazione Adecco per le Pari Opportunità, e del progetto "Lavoro di Squadra", finanziato quest’anno da Z Zurich Foundation e coordinato da ActionAid, in collaborazione con Fondazione Adecco per le Pari Opportunità, Cooperativa Olinda e Asd Ring of Life. L’iniziativa si è svolta il 14 giugno al Campo sportivo di Gorle dove sono stati organizzati due tornei, uno di pallavolo e uno di calcio, che hanno coinvolto 18 aziende locali e oltre 180 dei loro dipendenti che, nell’occasione, si sono trasformati in atleti. Nel dettaglio hanno partecipato: 3M Italia, Adama Italia, Aesys, Besenzoni, Burlodge, Comac, Hanes Italy, IVS Italia, Mazzucconi, MCBride, Mei, Modis, Reepack, Rono, Utp Vision, oltre, naturalmente, i rappresentanti delle società organizzatrici. Inoltre è stato anche possibile guidare un’handbike nell’apposito stand allestito dall’Associazione Asd Active Sport.

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Il progetto "Lavoro di squadra" ha l’obiettivo di promuovere l’inserimento lavorativo e formativo dei giovani che, attraversando momenti di difficoltà, né studiano né lavorano: i cosiddetti Neet, ossia "Not in Education, Employment or Training" che, seppure in calo, secondo l’Istat in Italia erano ancora 2,2 milioni nel 2017, rappresentando il 24,1 per cento. "Lavoro di squadra" si rivolge a ragazzi tra i 16 e i 25 anni e prevede due percorsi gratuiti della durata di circa tre mesi ciascuno, che coniugano pratica sportiva, allenamento motivazionale e career coaching: il primo da maggio a luglio, il secondo da ottobre a dicembre. Durante questo periodo i ragazzi partecipano a 4 ore settimanali di allenamento, praticando la Thai Box e altre discipline sportive, oltre a 3 ore settimanali di orientamento al lavoro.

«Credevamo che sarebbe stato più semplice reclutare i ragazzi tramite social network, in realtà abbiamo scoperto che il miglior modo per raggiungerli è ancora oggi il volantinaggio o il passaparola – spiegano Laura Ciardiello, responsabile dello sviluppo dei progetti in Lombardia di Fondazione Adecco, e Mauro Arvieri, responsabile del progetto “Lavoro di squadra” di Fondazione Adecco –. Il nostro scopo è rendere questi ragazzi, esclusi dalla scuola o dalle famiglie, consapevoli dei propri mezzi, facendoli sentire coinvolti in un progetto condiviso». «Per "Lavoro di squadra" preferisco parlare di modello e non di progetto – conclude Chiara Parapini, project manager di ActionAid – perché a questi ragazzi non insegniamo nulla di nuovo, bensì li aiutiamo a rimettersi in gioco facendogli scoprire i loro punti di forza. Molti dei ragazzi che si rivolgono a noi, infatti, per prima cosa ci dicono di non saper fare nulla, ma non è vero. Attraverso lo sport facciamo in modo che prendano coscienza di tutto ciò che sanno fare».

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