Gesto di altruismo

Viveva su una brandina fuori dal Conad di via Carducci: anonimo benefattore gli dona una roulotte

Cinquantacinque anni, milanese, la sua storia ha fatto breccia nel cuore di un donatore anonimo della Cooperativa Conad Centro Nord

Viveva su una brandina fuori dal Conad di via Carducci: anonimo benefattore gli dona una roulotte
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Chi frequenta il Conad di via Carducci l'avrà visto almeno una volta, seduto sulla panchina davanti alla lavanderia, dal mattino fino alla sera. Manuele Bornati, cinquantacinquenne milanese, da tre anni vive lì: dormiva sopra una branda all'interno dell'autolavaggio del Conad, esposto tutto l'anno a temperature rigide e caldo estivo. Ora, grazie alla generosità di un anonimo benefattore, ha un posto da chiamare finalmente "casa": una roulotte tutta per lui, completa di tutto il necessario per vivere dignitosamente - cucina, elettrodomestici e bagno inclusi.

La sua storia, raccontata da Corriere Bergamo, ha fatto breccia nel cuore di molti. Bornati, milanese, faceva il parquettista. Poi gli eventi della vita, tra cui la fine di una convivenza nel 2020, lo hanno portato casualmente a Bergamo. E qui è rimasto: in attesa su quella panchina, c'è chi lo conosce e gli lascia qualche spicciolo o cibo per affrontare la giornata. E c'è anche chi ha preso a cuore la sua storia e ha voluto aiutarlo, donandogli una casa.

Grazie all'altruismo di una donatore anonimo della Cooperativa Conad Centro Nord, e alla collaborazione di Fustinoni Sport di Curno, ora Bornati ha una roulotte tutta per sé, dove poter riporre le sue cose, dormire la notte e prendersi cura di se stesso. Il mezzo, seppur datato, è spazioso e completo di tutto: elettrodomestici, cucina, frigorifero, un materasso vero, biancheria e lenzuola, ma anche fondamentali servizi igienici. Ora potrà condurre una vita più serena: la sua prima notte l'ha passata nel calore di quattro pareti, un sonno ristoratore lungo dieci ore.

Al suo fianco c'è un gruppo di "amici" del Conad, anche loro vogliono restare anonimi, che lo stanno assistendo in questo passaggio. Una «questione di umanità» hanno raccontato al quotidiano, specialmente vista «l'educazione e il rispetto che ha sempre mostrato verso tutti in un luogo dove trascorre le sue giornate in punta di piedi».

Commenti
Enzo

Signorara Paola ma come si permette di giudicare la vita e le vicissitudini di altre persone? Non c'è limite alla vergogna di questa società individualista

Gabry

A quella età non è facile trovare un lavoro e lo sappiamo tutti bene, e poi bisogna vedere come sta emotivamente quando è andata sul lastrico la vita di questo signore. Perciò prima di parlare e criticare bisogna collegare il cervello. Sono felice per questa persona, e menomale che ci sono ancora persone buone in questo schifo di mondo.

Giambattista

Rispondo ad una certa Paola che dalla vita non ha capito un cazz..ti auguro, perché non sono cattivo,che ste non ti succeda mai ...a volte fare il "barbone"come dici tu è una scelta,altre invece è una conseguenza di destini avversi ..scrive uno che ha visto 5 anni di dormitori e che è uscito rafforzato grazie a una persona speciale.

Salvatore

signora Paola, invece di dare giudizi perché non trova lei un lavoro a questa persona in difficoltà? Si vergogni, chiama una persona BARBONE, spero che non vada in chiesa xché farebbe scendere Gesù dalla croce...prima di dare giudizi si guardi allo specchio e rifletta.

Luisa

Giudicare è facile ma occorre ascoltare le storie e prendersi cura dell'altro .

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