Benvenuti, un attore a tutto tondo

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È il lontano 1972 quando fonda il mitico gruppo cabarettistico dei Giancattivi, con il quale, anni dopo, grazie a No Stop, entra nelle case dei telespettatori riscuotendo un successo incondizionato. Da quel momento la sua statura di attore, regista e drammaturgo si delinea con nitidezza sulla lavagna dello spettacolo italiano, evidenziandosi per la raffinata sagacia e una rara capacità di analisi. Un colpo d’occhio folgorante che lo porterà, cominciando con la direzione del film Ad Ovest con Paperino, a immaginare quel piccolo capolavoro teatrale, Benvenuti a Casa Gori, poi trasformato in racconto cinematografico. Autentico, inarrivabile, affresco familiare di intime perfidie. Una partenza strepitosa per una carriera inarrestabile, costellata di intuizioni di grande sensibilità.

Quando Pensiamo ad Alessandro Benvenuti vengono subito in mente mille titoli: Zitti e Mosca, Belle al Bar, o ancora Ti spiace se bacio Mamma?, una gustosa pièce del 2003. Ma chi ha avuto la fortuna di vederlo recitare in teatro, con straniante e talora claustrofobico impatto emotivo, non può dimenticare veri e propri pezzi di bravura come L’Atletico Ghiacciaia, Nero cardinale o Come due gocce d’acqua. Lunga anche la sua militanza in tv, che sembra essersi interrotta dopo l’esperienza fuggevole e agrodolce a Striscia la Notizia. Dal 2013 a oggi è interprete protagonista della fortunata serie sky I delitti del Bar Lume.

 

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Alessandro, sogniamo un po’: una musica, scorci di terre lontane, il profumo del mare…
«I pomodorini rossi… Il pesce servito sulla carta gialla, i meltemi, le mie figlie che giocano a non farsi portare via dal vento, i dolmades, i ragli degli asini, la spiaggia dei nudisti e noi no, ci mancherebbe! Lo yogurt con il miele, le casette bianche, le donnine nere. I pomodorini rossi e via ad libitum. Ah, cos’era la Grecia prima che diventasse un pezzo informe d’occidente sui generis!»

Ti fa venire l’orticaria…
«Quando vedo un lavoro fatto male. Quando capisco che la persona che mi sta davanti non è interessata al punto di vista degli altri ma è presa solo dal suo. Quando un Dio è solo una scusa per fare a pezzi la gente».

Un abito che non indosseresti mai.
«Se parliamo di stoffe, quelle che prudono e le divise in generale. Se poi parliamo d’altro mi verrebbe da dire quello dell’assassino, ma per qualcosa di male che venisse fatto a me o ai miei cari penso che potrei anche arrivare ad uccidere».

Le grandi occasioni da cogliere o da studiare attentamente...
«Qualcuno ti fa il dono di raccontarti una storia: ascoltala con partecipazione. Qualcuno si dimostra più intelligente di te: sii felice di averlo incontrato e ascoltalo con attenzione. Qualcuno ti critica perché ti vuole migliore: ascoltalo con rispetto e gratitudine».

Cosa non smetteresti mai di fare?
«Di respirare. Se lo facessi immagino che avrei dei seri problemi di salute».

L’albero di una nave e la cima di un monte per scrutare nuovi orizzonti…
«Dentro di noi ci sono i picchi e gli abissi. Da lì guardiamo, cerchiamo, nascondiamo, neghiamo di esistere o sbraitiamo che esistiamo. I nuovi orizzonti sono i progetti».

Se potessi, in che modo fermeresti il tempo?
«No, non posso, lo so che non posso e dunque non mi è mai venuto in mente fermarlo. Però certi ricordi si fermano dentro di noi».

Silenzi da godere o clamori della festa?
«C’è un tempo per il clamore e un tempo per il silenzio. Il clamore  spesso è portatore di cose davvero interessanti ma occorre il silenzio per decifrarle nel modo migliore».

In che modo elimini la diossina della mente?
«Non la elimino, cerco di conviverci. Il veleno, in dosi più o meno quantificabili, è già dentro di noi».

Tu che te ne intendi, un Natale ideale...
«Semplice. Quello che passo in famiglia a Monte Livata. Come sempre da diciotto anni a questa parte. È stata mia figlia Camilla a farmi apprezzare di nuovo il rito del Natale, ma adesso anche per lei è un mito che comincia a scricchiolare . Un fatto è però certo: il muschio è una delle piante più tenaci e affascinanti presenti in natura. E il suo odore mi cattura riportandomi magicamente indietro, a tutti i miei Natali felici».

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