Il video dei ragazzi delle medie

Anche Dalmine ha il suo fantasma Bernarda Visconti, la bella infedele

Anche Dalmine ha il suo fantasma Bernarda Visconti, la bella infedele
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Anche Dalmine ha il suo fantasma, ma non tutti ne sono al corrente. A far rivivere questa leggenda, che ha un fondamento storico riconosciuto e documentato, sono stati i ragazzi della classe 2A della scuola secondaria di primo grado Aldo Moro, nell’ambito di un progetto più ampio dedicato alla storia locale che ha coinvolto tutte le classi. Lo spettro in questione è quello di Bernarda Visconti, imprigionata e lasciata morire di stenti perché adultera. Gli studenti hanno prima ricostruito meticolosamente la sua storia, anche grazie agli interventi nelle classi di Claudio Pesenti dell’Associazione Storica Dalminese, poi l’hanno rielaborata e drammatizzata, realizzando infine un video che hanno poi caricato su YouTube.

Dalmen Ghost Story su Youtube. Si intitola Dalmen Ghost Story e ricostruisce la breve vita e la terribile morte di questa giovane milanese approdata suo malgrado in terra bergamasca. Il video comincia con le riprese di una vecchia cascina in una notte di tempesta, con fulmini e saette. In casa, davanti al camino, una donna e un uomo inquieto: l’indomani bisogna cominciare ad arare i campi e i due si augurano che il maltempo cessi. Tra il fragore dei tuoni si sente l’ululato spaventoso di un lupo e il figlio grandicello della coppia prende in giro i genitori chiedendo se hanno paura dei fantasmi. Il padre lo ammonisce e comincia a raccontare la storia che, a sua volta, aveva sentito narrare dal proprio genitore. Gli attori sono tutti studenti della 2A e recitano questa prima parte con gli abiti indossati dai contadini di una volta, a tratti i dialoghi sono in dialetto bergamasco.

 

 

La leggenda. Quando si narra la storia di Bernarda invece, i vestiti sono riproduzioni di quelli che si portavano all’epoca dei fatti, nel 1367. I personaggi maschili hanno barbe disegnate in volto, copricapi, medaglioni a sottolineare la propria ricchezza, pance finte sotto le casacche di seta. I personaggi femminili hanno invece lunghe vesti, cinture decorate, le teste coperte dai classici veli utilizzati una volta da nobildonne e inservienti. Il racconto della leggenda parte con il sottofondo della voce narrante che spiega i fatti: nella prima metà del 1300 Milano era governata da Bernabò Visconti, un uomo potente e ricchissimo, che nonostante tutti i suoi averi, trattava la sua gente con crudeltà e poco si preoccupava delle loro sorti. Era amante della caccia, dei banchetti ed era un gran donnaiolo, tanto che ebbe 15 figli legittimi e 17 illegittimi. Una di queste era la sua prediletta, Bernarda, alla quale era consentito vivere a palazzo, tra feste, cene sontuose, musica e divertimenti vari.

Arrivata all’età di 14 anni, Bernabò organizzò le nozze di Bernarda con il suo ricco e fedele alleato, Giovanni Suardi, molto più vecchio di lei, che portò la sua giovane sposa a vivere a Dalmine, centro dei suoi possedimenti bergamaschi. La giovane non era felice, anche perché intorno a lei vedeva solo campi, contadini che si spezzavano la schiena lavorando la terra e che vivevano nella miseria. Bernarda si disperava e chiedeva spesso il permesso al marito per poter tornare in visita alla casa di suo padre a Milano. In una di queste visite conobbe Antoniolo, giovane, nobile e aitante, del quale si innamorò. La notte di Sant’Antonio i due amanti furono scoperti e Giovanni Suardi venne informato dell’adulterio della moglie. A punirla fu però il padre Bernardo, che ordinò di rinchiuderla in una cella e di nutrirla solo con pane e acqua. Dopo nove mesi Bernarda morì e fu seppellita in un cimitero di Milano insieme alla cugina, badessa claudicante, anche lei trovata tra le braccia di un giovanotto. Dopo qualche mese dalla morte di Bernarda, Visconti ricevette una lettera dove si diceva che la figlia era stata vista a Bologna, poi a Firenze, poi a Milano e infine a Dalmine. La leggenda vuole che in notti senza luna, il fantasma di Bernarda si aggiri ancora per il paese in cerca della sua vendetta.

 

 

E poi... Qui si conclude il video girato dai ragazzi della 2A, ma la storia della sfortunata ragazza non finisce qui. Dopo aver perso la fedifraga Bernarda, Giovanni Suardi si risposò ed ebbe una figlia, ma, dato che viveva fuori dal confine bergamasco, all’improvvisa morte del padre non poté ereditare i suoi averi. Si fecero quindi avanti due cugini da Verdello che, per cercare di accaparrarsi le ricchezze del Suardi, presentarono una falsa dichiarazione di Bernarda dove si diceva che gli eredi sarebbero stati proprio loro due. A questo punto Bernabò Visconti, per essere sicuro della morte della figlia, considerate anche le lettere che aveva ricevuto, fece riesumare la salma di Bernarda, che riposava nella sua tomba. Per i due cugini si aprì un processo per falso. La storia della giovane viene riportata ai nostri tempi proprio grazie alle carte di questo processo.

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