Bisogna essere orgogliosi di questa Atalanta all'attacco

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«No, non si può perdere così». Hanno ragione i ragazzi di Gasperini che, dopo la partita, non nascondono la loro delusione. Non meritavano di cadere al 95’, avendo a lungo accarezzato una vittoria che sarebbe stata meritata, con il massimo rispetto per lo Shakhtar che si è confermato squadra di assoluto valore europeo e ha colpito la Dea all’ultimo respiro. Ma questo è il calcio e bisogna accettare sempre il verdetto del campo, anche se ingiusto, anche se beffardo, anche se amaro.

E tuttavia, l’Atalanta di San Siro merita soltanto applausi: per come ha giocato, per come ha lottato, per come ha dimostrato di essere più che degna della Champions League. È vero, piange la classifica del Gruppo C, dove il City viaggia a punteggio pieno, Dinamo Zagabria e Shakhtar condividono quota 3 e la Dea è rimasta a zero. Ma la qualità del gioco nerazzurro è stata ottima; la reazione allo choc patito al debutto in Croazia, evidente; il coraggio di Gasperini ancora una volta esemplare. L’ha dimostrato la scelta di richiamare Masiello a venti minuti dalla fine per inserire Muriel al fianco di Zapata e Gomez. Ha fatto bene, Gian Piero, a cercare la vittoria in ogni modo, anche a costo di rischiare la beffa che si è compiuta nel finale.

Ma questa è l’Atalanta che ci piace. Questa è l'Atalanta che adorano i tifosi, ancora una volta straordinariamente coesi con la squadra che amano e non lasciano mai sola. Se si pensa che il Tottenham vicecampione d’Europa è stato spazzato via in casa dal Bayern per 7-2, si ha un'idea di che cosa sia la Champions League.

Ci sono ancora quattro partite da giocare: l’Atalanta le affronti come ha fatto con lo Shakhtar e chi l’ama, ne sia fiero.

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