Ora cominciamo a ragionare (ma questo è il minimo sindacale)

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Cominciamo a ragionare. Ma guai se qualcuno, fra allenatore e giocatori, pensa che la crisi sia passata, che tutto vada bene, che non sia successo nulla nelle prime cinque giornate. È stata importante, la vittoria sul Crotone nel deserto di Pescara, nuova testimonianza di quanto cervellotico e sfollagente sia il campionato spezzatino, per giunta con i calabresi costretti a giocare le gare interne lontano dallo Scida, almeno sino alla seconda metà di ottobre.

È stata importante, ma trattasi soltanto del minimo sindacale, primo passo: per rimettersi in careggiata, la strada è ancora molto lunga, tenuto conto che, domenica, allo stadio Achille e Cesare Bortolotti si presenterà il Napoli schiacciasassi, unica squadra imbattuta della serie A, 14 punti nelle prime 6 partite, 14 reti segnate di cui 5 in trasferta e solo 5 subite.

Purtroppo, contro i partenopei mancherà Kessie che, causa un insensato furore agonistico, ha lasciato i nerazzurri in dieci nell'ultima mezz'ora e verrà giustamente squalificato per quell'entrata a martello da non ripetere mai più. Mentre Paloschi e Pinilla sono scivolati in panchina, Petagna batte un altro colpo e rischia di risultare una sorpresa sempre più piacevole. Kurtic e il siluro di Gomez, migliore in campo, hanno chiuso i conti già nel primo tempo, ma fra il primo e il secondo centro nerazzurro, la difesa a tre ha palesato ancora incertezze, riuscendo addirittura nel finale a regalare la prima gioia a Simy. Stavolta l'incertezza fatale è stata di Toloi, poi Rocchi ha annullato il raddoppio del nigeriano che è sembrato regolare. Il giorno in cui Gasperini tornerà una volta per tutte alla difesa a quattro, sarà un gran bel giorno. Magari già da domenica, per tentare di arginare la corazzata di Sarri.

Alla fine, soffrendo in maniera inopinatamente esagerata, all'Atalanta è andata bene. Ma perché di fronte aveva un Crotone davvero scalcagnato, lontano parente della squadra che Juric, soltanto tre mesi fa, aveva trionfalmente condotto in Serie A. Non è un caso che la matricola abbia totalizzato 1 punto in 6 partire, prendendo 14 gol e segnandone soltanto 4. Il successo rende meno traballante la panchina di Gasperini, il primo a sapere che in caso di ko con l'ultima in classifica, sarebbe potuto succedere di tutto.

Eppure, al realismo post Palermo («È normale essere messo in discussione», aveva detto il tecnico), prima di Pescara ha fatto riscontro la bizzarra descrizione di una realtà purtroppo inesistente («Non è vero che la squadra sia in confusione»). Ciò che contava era fermare la pericolosa emorragia di punti e di gioco accusata nella più disastrosa partenza degli ultimi anni. E così è stato. Nella consapevolezza che, continuando a giocare male, non si va lontano. Soprattutto seguitando a prendere gol, anche quando vinci per 3-0. E il Napoli, casomai qualcuno lo dimenticasse, è di un altro pianeta.

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