Fidatevi, anche contro il Napoli abbiamo rivisto una grande Atalanta

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Può sembrare un paradosso. Eppure, da Napoli arrivano segnali forti e chiari di una grande Atalanta. Anche se la squadra ha perso per 3-1, dopo avere dominato i partenopei per un’ora. Anche se si è dovuta arrendere alla prodezza di Zielinski; ai gol di Mertens,  scaturito dal tocco virtuoso di Insigne, il miglior calciatore italiano e al sigillo finale di Rog.  E’ un vero peccato che, nel primo tempo, quand’erano in vantaggio, i nerazzurri non abbiano chiuso la partita, sprecando almeno tre nitide palle gol. E, se sbagli troppo in casa di una delle favorite per lo scudetto, paghi dazio, com'è puntualmente avvenuto. Soprattutto se, dall'altra parte, ci sono grandi calciatori capaci di giocate magistrali come il polacco di Sarri.

Che la trasferta del San Paolo sarebbe stata ostica, era assodato, anche per lo stadio diverso in cui si trovano oggi le due squadre: il Napoli non ha cambiato nulla rispetto all'ultima stagione e ha liquidato il Nizza nel preliminare di Champions; l’Atalanta ha cambiato pelle e ha ancora bisogno di tempo per carburare. Proprio per questo, quei sessanta minuti in cui bergamaschi hanno letteralmente mandato in tilt il collettivo perfetto di Sarri, sono la base per guardare al futuro con pragmatico ottimismo. Nella stessa misura in cui, battendo l’Atalanta il Napoli ha capito di essere più forte della passata stagione, quando contro Gasp perse sia a Bergamo sia in casa.

Conforta la condizione atletica generale della Dea, anche se il pressing forsennato con il quale ha tenuto in scacco il Napoli, per ora non può durare tutti e novanta i minuti. Inducono a pensare positivo le prestazioni di alcuni capisaldi di Gasp (Masiello, Toloi, Cristante; Gomez è in crescendo, Petagna no).

Giocando in modo brillante, l’Atalanta ha perso le prime due partite, ma contro Roma e Napoli, cioè la seconda e la terza dell’ultimo campionato, le rivali che l’hanno preceduta in classifica. Ci poteva e ci può stare, in questa fase iniziale del torneo, rammentando come, un anno fa, i nerazzurri incassarono quattro sconfitte nelle prime cinque gare. La squadra c’è. L’allenatore ha le idee chiare, sa bene quanto lavoro ci sia ancora da fare, ma non è certo questo a spaventarlo. Gli interpreti ci sono e, dopo la sosta, torneranno Caldara e Spinazzola, mentre non sono esclusi nuovi arrivi entro le 23 del 31 agosto. Bisogna credere in questa Atalanta e avere fiducia nel futuro: quando avrà guadagnato la migliore condizione e giocherà per novanta minuti sui livelli della prima ora di Napoli, la Dea ricomincerà a correre. Accadrà presto.

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