Il capolavoro di Leonardo

Han trovato la tomba di Monna Lisa

Han trovato la tomba di Monna Lisa
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Ci si avvicinava alla fine del primo decennio del secolo decimosesto e Leonardo da Vinci era a Firenze. Dopo Milano, ma prima della Francia, il grande scienziato ed artista era tornato per la terza volta nella città toscana. A quei tempi era ospite nel Palazzo Gondi e non lontano, a due passi da Piazza della Signoria, sorgevano le case dei Gherardini di Montagliari. Una loro figlia, Lisa, ammogliata al facoltoso mercante di seta Francesco del Giocondo, ebbe il privilegio di venire ritratta a mezzo busto dal pittore, che per lei scelse un fondale di colline e un cielo digradante dall’azzurro al bianco cinestrino. Uno studio del 2006 del Centro Nazionale di Ricerca e Restauro dei Musei di Francia ha rivelato che all’inizio Leonardo aveva pensato di nascondere il volto della giovane donna dietro un velo leggero, tipico delle donne in attesa di un figlio e delle puerpere. Prima ancora aveva eseguito uno schizzo in cui la Giocanda compare con una cuffia, ma poi aveva cambiato idea. Infine scelse, il pittore, di ritrarre Monna Lisa con il suo sguardo più enigmatico. Un sorriso che non si apre, spalle e busto in leggera torsione. Anch’essi non si concedono frontalmente a chi guarda. La Gioconda è stata ammirata, parodiata, interpretata, ma il suo mistero rimane. Il capolavoro passò nelle sale di nobili e regnanti, incluso re Francesco di Francia, e poi finì, come ben sappiamo, nelle sale del Louvre.

 

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Foto Gioconda

 

La campagna di scavi. Tra il 2011 e il 2012 una squadra di esperti archeologi e storici dell’arte ha dato inizio a una campagna di scavi nel Convento di Sant’Orsola, a Firenze, dove Lisa spese i suoi ultimi anni di vita accanto alla figlia Marietta, diventata Suor Ludovica. Fonti storiche, infatti, indicavano chiaramente che la moglie del mercante Francesco era stata sepolta proprio lì. Nel corso delle ricerche è intervenuto anche un entomologo italiano che vive a Manchester, Stefano Vanin. Lo studioso, che lavora presso l’Università di Huddersfield, era stato interpellato per esaminare le terre di scavo: la presenza di resti di insetti è stata utile, infatti, per datare le sette tombe trovate nel convento, tutte risalenti al XVI o al XVII secolo. La presunta tomba della Gioconda si troverebbe in un cassone per sepolture multiple sotto la navata laterale della chiesa, precisamente lungo il lato esposto a Sud-Ovest. I ricercatori hanno subito prelevato le ossa appartenenti alla donna e li hanno fatti esaminare in laboratorio: Silvano Vincenti, che dirige le operazioni di scavo, ha dichiarato che le analisi con il carbonio-14 a cui sono state sottoposti i resti hanno permesso di datarli al 1542, lo stesso anno in cui è morta Monna Lisa.

 

 

Che cos’è il metodo del carbonio-14. Il carbonio-14 (14C) è un isotopo del carbonio, cioè ha il suo stesso numero atomico (occupa la stessa “casella” nella tavola degli elementi chimici), ma ha differente massa atomica, poiché ha un diverso numero di neutroni nel nucleo. In natura esistono altri due isotopi del carbonio, ma solo il carbonio-14 è radioattivo. Ogni essere vivente, sia animale che vegetale, ha una certa quantità di carbonio-14 che riceve e scambia con l’esterno, attraverso la respirazione e attraverso le sostanze nutritive che assume. Quando un organismo muore, cessa ogni scambio con l’ambiente, e dunque la quantità di carbonio-14 decresce gradualmente, in un modo verificabile e calcolabile attraverso una formula individuata dal premio Nobel Willard F. Libby. Grazie a una semplice operazione matematica è così possibile stabilire la data di decesso di un individuo: il metodo del carbonio-14 è usato in archeologia, ma anche dalla polizia scientifica, per stabilire l’ora di decesso di una persona.

Manca però la prova irrefutabile. Per dimostrare che il corpo rinvenuto in Sant’Orsola è quello di Lisa Gherardini occorre però un’ulteriore prova, quella che disperderebbe qualsiasi ombra di dubbio: il confronto del DNA con quello dei figli di Lisa, sepolti nella cappella dei Martiri della Santissima Annunziata. Purtroppo questi resti sono stati danneggiati dalle alluvioni dell’Arno e ora non è possibile prelevarne nemmeno il materiale genetico sufficiente per svolgere le analisi. Forse, in futuro, sarà possibile tentare anche quest’ultima prova, se la tecnologia verrà in aiuto. Per ora dobbiamo accontentarci di ciò che ha rivelato il carbonio-14 e attenerci alle parole di Vincenti, secondo il quale i resti di Sant’Orsola sono, molto probabilmente, quelli della donna ritratta da Leonardo.

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