La sera magica di Berlino/1

La finale vista da uno juventino che parla di onore e orgoglio

La finale vista da uno juventino che parla di onore e orgoglio
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Il calcio è meraviglioso perché imprevedibile. Poi però c'è il Barcellona. Giusto così, ma senza rabbia nè rassegnazione. L'esito della finale della Champions League ha premiato la squadra più forte, quella favorita alla vigilia e quella che in campo ha meritato. È successo tutto quello che si pensava: una MSN devastante, con Neymar un po' meglio di Messi e Suarez tanto attore nelle sceneggiate quanto spietato in campo, Rakitic e Iniesta mostruosi negli inserimenti ed un Busquets  prezioso schermo di un difesa comunque ordinata. Ma la Juve c'è stata. È andata oltre i cattivi pensieri che temevano un disastro dopo lo svantaggio preso a freddo, è andata oltre la confusione dei vari Vidal, Pogba e Barzagli, e per 20 minuti è andata oltre anche al Barcellona dei marziani: a un passo dal sogno imponderabile.

Onore, orgoglio e gioia per questa Juventus che ha meritatamente perso, ma ha mostrato una voglia di vincere che spazza via ogni tipo di recriminazione. In finale, contro la squadra più forte del mondo, ci è andata quella che in questa stagione europea lo ha meritato di più. Perché il Bayern Monaco, il Psg ed il Manchester City, squadre dai valori nettamente superiori a quelli dei bianconeri, erano stati rasi al suolo dai blaugrana; stasera no. Sabato sera per 20 miseri minuti la Champions ha leggermente sfiorato le mani di Buffon, prima di essere azzannata dal vampiro Suarez.

 

Germany Soccer Champions League Final

 

Già proprio Buffon: due parate da portiere più forte di sempre e poi quel l'incertezza decisiva sulla rete che ha chiuso il match. Il calcio è meraviglioso perché imprevedibile. Ma poi arriva il Barcelona e ti sembra proprio che la Coppa con le orecchie non voglia arricchire il palmares di Gigi. Così Juve e Barça entrano entrambe nella storia: una per aver perso più finali di Champions di tutti, l'altra per essere l'unica ad aver bissato il Triplete (in 6 anni per giunta). E alla storia non si scappa: se sei la squadra italiana più titolata in Italia e in Europa non vinci quasi mai sembra quasi che te ne devi fare una ragione, nonostante una stagione formidabile e un allenatore bravo e serio.

Quel grammo di tristezza è per la mancanza di fortuna sugli episodi che difficilmente avrebbero deciso la finale, ma avrebbero dato quel qualcosa in più a una squadra che si scontrava con dei supereroi. Tristezza breve nel vedere le lacrime di Pirlo, uno a cui questa squadra deve tutto, e ci piace pensare che Pogba alla fine gli abbia assicurato che ci torneranno a giocarsela di nuovo una finale. Il più giovane e sbarbatello che consola il veterano, abituato a gioie e dolori (altro che not impressed). Il calcio è meraviglioso perché imprevedibile.

Ora non vorrei che passasse il messaggio che "si sapeva di perdere", più che altro una briciolina di rimpianti per una stagione magica che poteva essere leggendaria. Poi se 4 anni fa mi avessero detto che la Juve avrebbe segnato al Barcellona con un tacco di Marchisio per un cross di Lichtsteiner....Il calcio è meraviglioso perché imprevedibile. Ecco mi aspettavo tutto quello che è successo da questa finale, ma lacrime di gioia per omaggiare gli sconfitti proprio no. Orgoglioso di voi!

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