La posta degli amori sfigati Si tradisce per noia e vanità

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Cara Alba,
Ho appena accompagnato Marco e Matilde a scuola. E mi sento una stupida. Loro non c’entrano. Anzi, se non fosse per loro... Mi sento una stupida perché, per un po’, ho pensato che non avrei fatto nulla di male a uscire a cena con quello là, il personal trainer. Ho pensato che, dopo 5 anni di matrimonio e un romanticismo finito sotto le scarpe, una spolverata alla femminilità non avrebbe certo potuto nuocere, soprattutto se compiuta da un ragazzo di dieci anni più giovane tutto denti e addominali. Ho pensato che me lo meritassi. Perché nonostante il lavoro, i bambini, la casa, le corse, la cena, le bollette, il mutuo, mi tengo bene. Non sono Belen, ma mi piaccio, e credo che per noi donne sia già un obiettivo raggiunto. Insomma, ci ho pensato davvero, sì. E non nego di aver pensato anche al post cena. Poi ho visto quello là invitare fuori altre, fare gli stessi sorrisi, le stesse battute. Ho visto Marco giocare con Mattia, mio marito, e Matilde correre incontro ad abbracciarlo. E mi sono sentita una stupida di dimensioni colossali. Io, che mi truccavo per andare in palestra e che stavo attenta a che il leggins nascondesse la cellulite. Stupida. Quanto vale piacersi se poi non si è in grado di apprezzare quello che si ha?
Con delusione,
Marika

 

Cara Marika,
Le corna, i pilastri della famiglia italiana tradizionale. Fra i matrimoni che hanno salvato e i matrimoni che hanno distrutto, probabilmente siamo pari. Il personal trainer è sicuramente un uomo con muscoli definiti, che, fra un addominale e una flessione, accarezza di qui e palpeggia di là. Certo, ormai immaginare tuo marito che ti sfiora per sbaglio e indugia in carezze (in)volontarie ti farebbe fare solo grasse risate, nulla a che vedere con il brivido malandrino dell'inizio. Penso che le peggiori malefatte della vita vengano commesse per due motivi: noia e vanità. Sicuramente sei annoiata: il matrimonio, da come ne parli, ha assunto un profilo di condivisione di spazi e prole; i fuochi d’artificio sono un ricordo lontano, oggi solo fornelli. E sicuramente sei anche vanitosa, come la maggior parte di noi, e vuoi essere guardata come qualcosa di più della coinquilina che si aggira in tuta per il corridoio. Ti vuoi preparare per l’appuntamento, aspettare la macchina sotto casa, palpitare per uno sguardo che dura due secondi in più. Ma non sei stupida. Sono scivoloni che capitano. Alcuni escono a cena, altri sublimano, ché sono forse più vigliacchi dei primi o hanno meno senso pratico. Ma non sono diversamente colpevoli. Sono esigenze di sopravvivenza. Un giretto fuori da quelle quattro mura arredate quando si rideva insieme di nulla. Dice D. H. Lawrence nel suo capolavoro L’Amante di Lady Chatterly: «Forse l’animo umano ha bisogno di escursioni, e non si deve negargliele. Ma la caratteristica dell’escursione è che si torna sempre a casa».
Alba

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