La posta degli amori sfigati Il Teorema non sbaglia mai

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Cara Alba,
voglio diventare egoista. Voglio diventare uno di quegli uomini per i quali voi donne non siete altro che un completamento dell’ego, un prolungamento della propria virilità. Perché è dura finire sempre in panchina dopo che ti sei fatto il culo in tutti gli allenamenti. Perdona la metafora calcistica, ma mi viene più semplice così. Il problema è che mi innamoro sempre di casi disperati. Provo una tenerezza immensa per queste ragazze inconsapevoli della loro bellezza, della loro forza d’animo. Mi innamoro e cerco di aprir loro gli occhi. E ce la faccio, tanto che la loro cecità scompare e mi mollano, puntualmente, per un partito a loro detta migliore, forse semplicemente più piacente. Perché so bene di non essere un Adone, io. Rimangono mie amiche, poi. O almeno questo vorrebbero. E io sorrido, mentre lascio che sia il tempo a far sbiadire la mia immagine piuttosto che io a cancellarla dalle lavagne dei loro ricordi. Mi sento usato, e pure un po’ umiliato. Per questo vorrei finalmente riuscire a smetterla di pensare a loro, a voi, e riuscire a pensare un po’ più a me. Ma il carattere non si cambia, mi dicono tutti. È davvero così dura, Alba? Non vorrei, ma mi sto arrendendo all’evidenza.
Con amarezza,
Maurizio

 

Caro Maurizio,
Due possibilità: o fai analisi del testo del capolavoro Teorema di Marco Ferradini, o vai avanti a leggere. La questione qui non è tanto di amori sfigati, ma di igiene mentale. Mi spiego: lo psicanalista si paga, concede solo un’ora alla settimana e non offre cene. Se si hanno problemi di autostima, queste sono le figure professionali di riferimento. Tu ti proponi come salvatore di queste tenere inconsapevoli creature meravigliose. Dice Marlon Brando in Un Tram chiamato Desiderio sui complimenti alle donne: «Non ne ho incontrata una che non sapesse se era bella o no» («Prendi una donna, trattala male»). Non sono donne indifese, sono la vergogna della categoria, finte pazze, vanitose. Non soffrono di nessuna sindrome, tranne una: chi riceve aiuto sviluppa rifiuto verso il suo benefattore, perché ricorda la propria debolezza, ormai superata, che si vuole lasciare alle spalle insieme a tutto quanto la riguarda: tu. Dunque sì, finisci in panchina, dopo che la poverina di turno è diventata una tigre numero 10 col tuo tempo e con le tue energie («Chi è troppo amato amore non dà»), pronta a farsi graffiante e predatrice con un altro uomo, più assente di te, che si presenta più sfuggente, affascinante e appetibile. La prossima volta fai lo psicanalista di te stesso: via da queste affascinanti problematiche. Fai il salvatore di te stesso: meno impegno. Molto meno. Più leggerezza, Amore adora i liberi e gli allegri. («Non farti vivo e quando la chiami, fallo come fosse un favore»). Ultima cosa. In molte, uno come te, non ce lo faremmo scappare mai («Non esistono leggi in amore, basta essere quello che sei, lascia aperta la porta del cuore, vedrai che una donna è già in cerca di te»).

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