L'Atalanta è tornata a vincere principalmente per quattro motivi

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Gian Piero Ventura non immaginava certo che sarebbe stato un incubo il ritorno su una panchina della Serie A dopo il disastro azzurro del 13 novembre 2017. L’allenatore che ha legato il suo nome alla prima mancata partecipazione dell’Italia alla fase finale di un mondiale negli ultimi sessant’anni, è stato letteralmente travolto dall’Atalanta. Tornata a vincere in campionato dopo due mesi di stenti e sofferenze, per quattro motivi.

  1. Ilicic, fortissimamente Ilicic. Molte volte, in queste settimane, abbiamo sottolineato l’estrema importanza dello sloveno negli equilibri di gioco di Gasperini e il peso della sua assenza nella fase iniziale della stagione. Superato il serio problema di salute che, fra luglio e agosto, ha tenuto in ambasce il calciatore e l’Atalanta, riguadagnata la condizione migliore, Ilicic è tornato a essere l’uomo in più. E non soltanto per la tripletta al Bentegodi.
  2. Gasperini, ostinatamente Gasperini. Come volevasi dimostrare, la crisi patita dai nerazzurri non era di gioco, ma di risultati. Una squadra che mediamente crea dalle sei alle otto palle gol a partita, può perderne una, anche due, al massimo tre, ma quando c’è il gioco, c’è tutto. E se c’è una cosa che non ha mai fatto difetto alla squadra di Gasperini, è il gioco.
  3. La società, fermamente convinta che l’allenatore e i suoi giocatori sarebbero stati capaci di uscire dal tunnel, forti del sostegno dei dirigenti. Nelle difficoltà, come nei momenti di gloria, i demeriti e i meriti devono essere sempre condivisi. Avere alle proprie spalle uno staff che dal presidente al magazziniere non molla mai vuol dire essere consapevoli di appartenere a un club vaccinato a tutto e più forte di tutto.
  4. Il sostegno dei tifosi, mai venuto meno, mai mancato, mai indebolito dai risultati negativi. Anzi. Pronti, i tifosi, a piombare in oltre duemila a Verona convinti che la squadra avrebbe rialzato la testa. Il campionato dell’Atalanta è cominciato oggi a Verona, addì 21 ottobre 2018. In questa Atalanta bisogna credere. Sempre.
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