A Treviolo

Con le proposte di Ines Fumagalli la Roncola è davvero più... saporita

Con le proposte di Ines Fumagalli la Roncola è davvero più... saporita
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Il Cestino Saporito è un negozietto piccolo e raffinato, un’elegante bomboniera posata appena oltre la curva che porta alla piazzetta principale della Roncola. Nel cuore di questa frazione di Treviolo in cui gli esercizi commerciali scarseggiano, Ines Fumagalli ha deciso di aprire la sua attività e, con l’entusiasmo e la passione che la caratterizzano, ci ha parlato delle novità che la riguardano, compresa la recente collaborazione con lo chef Elvio Beretta, e dei suoi progetti presenti e futuri.

L'inizio e una missione. «Il Cestino Saporito nasce nel 2015 ed è, in realtà, una pagina di un progetto più grande, che all’origine si chiamava Progetto Ruk. Ruk vuol dire balza e l’avevamo chiamato così perché la Roncola è caratterizzata da queste balze naturali, dove ai tempi venivano coltivate le viti. Abbiamo mantenuto questo termine e l’idea era quella di valorizzare il territorio locale, sia recuperando delle coltivazioni che c’erano ai tempi addietro, sia dando risalto al quartiere, che è un po’ privo di iniziative. Tramite una ricerca su alcuni libri che c’erano in biblioteca abbiamo trovato informazioni sulle colture di questo territorio, e abbiamo scoperto che erano alberi da frutto e viti.

 

 

La mia idea era quella di valorizzare il territorio con iniziative culturali che coinvolgessero anche il parco Callioni, che contiene anche una pista ciclopedonale ad anello di due chilometri e mezzo. L’altra idea era quella di ripristinare il negozio di quartiere, perché la Roncola era priva di questo servizio. Quindi abbiamo ristrutturato questo immobile, lanciando anche il messaggio della valorizzazione degli stabili vecchi tramite il recupero edilizio, e abbiamo realizzato in un primo tempo il piccolo negozietto di alimentari. Poi, l’anno successivo, abbiamo fatto questa sorta di cucina didattica, nella quale svolgiamo i corsi. Attualmente collabora con noi lo chef Elvio Beretta, che è entrato a far parte del nostro staff, questa è una novità. Il terzo passo è stato la realizzazione della saletta bar. Il nostro è un bar enogastronomico, ci rivolgiamo soprattutto alle famiglie, ma anche agli sportivi, e abbiamo un occhio attento pure alla bionutrizione. Il prossimo evento che andiamo a realizzare è proprio legato a questo aspetto».

Eventi in piazzetta. Ines ci spiega poi che la sua idea sarebbe quella di creare eventi sia sulla piazzetta che all’interno del locale. E ci parla di quelli già realizzati in passato e di alcuni progetti futuri. «L’8 marzo, per la festa della donna, abbiamo invitato una compagnia teatrale di Osio Sotto e abbiamo offerto, come serata, l’abbinamento di letture legate a biografie femminili che andavano a recuperare alcune ricette. Dopo di che Elvio ha proposto le sue ricette abbinate alle letture. Abbiamo coniugato quindi cultura, cibo e socialità. Ci sono stati anche eventi per i bambini legati ad Halloween, e abbiamo in programma di fare una sorta di Cre estivo durante le vacanze scolastiche, sfruttando le risorse del territorio. Faremo l’accoglienza qua, poi passeggiate nel parco e in altri parchi limitrofi. I bambini cucineranno, apparecchieranno e impareranno le tecniche sia della preparazione che dell’impiattamento. Ci sono in programma anche corsi di cucina la serali per adulti e un raduno di Vespa, per il quale abbiamo già coinvolto anche il ristorante qui di fronte nella piazzetta. Questo, perché vogliamo far passare il messaggio che, organizzando gli eventi insieme, si creano sinergie utili a valorizzare la zona».

 

 

Il territorio. Ines racconta di essere molto legata a questo territorio. «Abito qui e questo posto ce l’ho nel cuore. Io nasco come contabile ma, dopo un po’ di anni ho cominciato a sentirmi chiusa in una gabbia. Ho deciso quindi di rispondere al grido di libertà, e ho cambiato completamente lavoro, rimettendomi in gioco. Ora sono molto soddisfatta. Il primo passo è stato il negozio, ma ora la mia idea è quella di valorizzare le attività di cucina e l’organizzazione di eventi, che più ci coinvolgono e ci appassionano».

Elvio, il suo nuovo collaboratore, ha iniziato come cuoco. Ha avuto un ristorante a Paladina fino al 2007 e ha sempre insegnato e tenuto corsi per bambini, con progetti anche molto particolari, con le varie scuole. «Mi piace lavorare con delle persone che sono in sintonia con la filosofia che sto portando avanti in questi anni, che condividono l’importanza del cibo e il suo approccio come se fosse una toccasana vero e proprio. Che non vuol dire mangiare nulla o essere a dieta, ma vuol dire conoscere gli effetti che il cibo ha su di noi».

 

 

Seria leggerezza. Insieme, Ines e Elvio, hanno organizzato un altro evento a fine aprile: Bionutrizione e Wellbeing. «L’evento nasce da un’idea di Elvio – spiega Ines –. Partendo dal parco e dalla sua conoscenza da parte del dottor Baldini, bionutrizionista organico e nutrizionista dello sport, abbiamo creato questo corso per spiegare la bionutrizione organica, che illustra gli effetti che il cibo ha su di noi. A ciò abbiamo unito una lezione, al Parco Callioni, di Bliss Walking, una disciplina sportiva che unisce camminata, alimentazione e coaching, di cui io sono istruttrice. È una nuova disciplina sportiva a cui mi sono approcciata a ottobre, quando ho conosciuto gli istruttori che stavano facendo corsi qua al parco. Mi sono appassionata, ho preso il tesserino e ho pensato che, per valorizzare il parco, poteva essere interessante diventare istruttrice e poterla proporre. È un’attività molto semplice, la possono fare tutti, dalle donne incinte ai bambini. Una camminata senza attrezzatura, ma con una postura particolare del piede e del corpo. Una sorta di armonia con il luogo, l’ambiente esterno e la natura. Una presa di coscienza della camminata e del qui e ora, fatta in modo consapevole, con un respiro particolare modulato, che permette di scaricare le ansie e di accumulare l’energia del luogo».

La filosofia. «Siamo tartassati da immagini di cibo, io avverto una sorta di disgusto verso questo proporre buttato lì, che è anche spreco, mancanza di rispetto verso il suo valore. Il mio desiderio sarebbe quello di riportarlo al suo valore principale, mi piace creare cose di contenuto con il cibo nella sua semplicità, per ritornare a una specie di religiosità, che vuol dire rispetto dell’alimento e convivialità».

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