Non smettiamo di applaudire questa nostra grande Atalanta

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Duemilatrecento chilometri sono lunghi da coprire per arrivare da Bergamo a Nicosia, ma, in Europa, gli incredibili tifosi atalantini esportano passione pura e orgoglio vero. Lo stesso che li ha spinti ad incitare e ad applaudire la squadra anche dopo l’immeritato pareggio in extremis dell’Apollon, mai capace prima di impensierire seriamente Berisha. Tant’è. Va bene, va benissimo così: basterà un punto nelle prossime due partite per guadagnare l’aritmetica qualificazione ai sedicesimi di finale. Il tracollo dell’Everton alimenta buoni presagi per il viaggio a Liverpool del 23 novembre dove la Dea, mai sola in questa campagna europea, sarà accompagnata da duemila cuori.

Ha ragione Gasperini: «È un punto che ci permette di qualificarci ugualmente, al di là dell’episodio finale. Queste cose insegnano molto, questa partita non era semplice, il clima era diventato incandescente. Ci siamo difesi bene, ci è mancata un po’ di lucidità. Sono soddisfatto. Ci mancavano diversi uomini, ma chi ha giocato ha fatto bene. Stasera avremmo potuto vincere, i conti per me sono chiusi lo stesso». Il tecnico parla come un libro stampato.

Cercava una reazione alla sconfitta di Udine, peraltro maturata dopo tre vittorie consecutive: l’ha trovata. L’Atalanta ha dominato la gara, forte di una personalità sempre più europea e consona alla caratura di un torneo che, in febbraio, quando arriveranno le squadre eliminate dalla Champions League, diventerà ancora più ricco e intrigante. Il bilancio è splendido: quattro partite, due vittorie, due pareggi otto gol segnati e tre subiti, il primato nella classifica del Girone E. Il Lione ha 8 punti come l’Atalanta, che però ha una differenza reti +5, mentre i francesi sono a +4. I nerazzurri si giocheranno con i transalpini il primato nel girone, considerato che l’Apollon ha 5 punti in meno dei bergamaschi e dell’OL; che l’Everton è andato; che ai sedicesimi passano le prime due di ciascun gruppo; che, in caso di parità di punti, valgono i punti negli scontri diretti, la differenza reti negli scontri diretti, i gol segnati in trasferta negli scontri diretti, la differenza reti generale, il numero di reti segnate in generale e il coefficiente Uefa del club a inizio stagione.

Non bisogna mai smettere di applaudire questa Atalanta per il decimo posto in campionato e per un cammino europeo che le fa onore e onora il calcio italiano. Contrariamente a quanto, in passato, non hanno fatto altri club tricolori, che hanno snobbato l’Europa League e tradito le attese dei sostenitori. L’Atalanta, invece, dopo ventisei anni di attesa sta rinverdendo la sua reputazione internazionale e qui sta uno dei grandi meriti di Gasp, della squadra, della società, della sua gente. Nonostante l’assenza pesante di Gomez, la prova di Nicosia, per la terza volta in questa esaltante avventura, ha dimostrato la maturità di un gruppo al quale ha fatto bene anche la decisione di andare in ritiro anticipato per allenarsi di più e sbagliare di meno. Una scelta di serietà. Non è un caso se, sul colletto della divisa nerazzurra ci sia scritto: “La maglia sudata sempre”. No, non è un modo di dire.

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