Ora conta solo uscire dall’incubo svegliarsi e dirsi: ricominciamo

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Onesta, spietata, sincera: la disamina di Gasperini dopo la batosta di Zagabria fa onore al tecnico che non si nasconde dietro un dito. Questa è una lezione amarissima che, però, servirà eccome all’Atalanta.

La Champions League è un altro mondo rispetto alla Serie A: per intensità, livello di gioco, dinamismo. La Dea se n’è accorta al Maksimir e ha pagato il pedaggio più pesante al noviziato nel più importante e più difficile torneo mondiale per club. I tremila, straordinari tifosi bergamaschi presenti in Croazia hanno compreso subito la portata dello choc patito dai nerazzurri: i loro applausi a fine partita ne confermano ancora una volta la grandezza e lo straordinario amore per la squadra. Ora, la formazione nerazzurra deve ripartire facendo tesoro degli errori commessi contro la Dinamo che ha letteralmente fulminato l’Atalanta giocando la partita perfetta. I nerazzurri no. I nerazzurri non sono andati in campo nel primo tempo e soltanto nella ripresa, soprattutto nel finale, hanno dato segni di risveglio: le due palle gol sprecate da Zapata e l’occasione perduta da Pasalic dicono che adesso bisogna tenere la testa bassa, leccarsi le ferite, lavorare e guadagnarsi sul campo la rivincita.

Il City ha maramaldeggiato con lo Shakhtar, come da largo pronostico; il girone è appena incominciato e guai a pensare che tutto sia irrimediabilmente compromesso. Ucraini e croati dovranno presentarsi a San Siro. Ma questo è un altro discorso. Ora conta solo uscire dall’incubo, svegliarsi e dirsi: ricominciamo daccapo. Coraggio: dopo la notte arriva sempre il giorno.

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