I suoi allenamenti, in vista di aprile

Boston, Adrianne sarà alla maratona Perse una gamba nell'attentato

Boston, Adrianne sarà alla maratona Perse una gamba nell'attentato
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La maratona di Boston del 15 aprile 2013 è rimasta nella memoria di molti, a causa delle due bombe fatte esplodere a distanza ravvicinata da una coppia di fratelli ceceni, Dzhokhar e Tamerlan Tsarnaev. Gli ordigni hanno provocato la morte di tre persone e hanno ferito 260 civili, tra cui Adrianne Haslet-Davis, che era scesa in strada per guardare la gara insieme al marito, il maggiore Adam Davis. Volevano festeggiare il ritorno a casa di Adam, rientrato da poco dalla sua missione in Afghanistan. Sia Adrianne che Adam sono stati colpiti dall’esplosione della seconda bomba: Adam è rimasto ferito, mentre sua moglie ha subito il danno più grave.

 

 

La corsa in ospedale. «Ho sentito l’impatto diretto e il mio piede sinistro è saltato via», ha raccontato in seguito la donna. Il marito ha reagito subito: «Ho preso la mia cintura e l’ho legata attorno alla gamba di Adrianne. A quel punto ho pensato che fosse tutto molto ironico. Per quattro mesi e mezzo avevo portato con me un laccio emostatico tutti i giorni… in Afghanistan. E quando mi è servito? A casa». Pochi minuti dopo, un’ambulanza ha portato la coppia al Medical Center di Boston. Nonostante l’intervento di Adam, la condizione della gamba di Adrianne era così grave che i medici hanno dovuto amputarla, dal ginocchio in giù. Il giorno dopo, la donna si è svegliata e ha capito che la sua vita sarebbe cambiata per sempre. Prima dell’attentato era una ballerina professionista, al culmine della carriera. L’asportazione della gamba avrebbe potuto impedirle per sempre di danzare.

Tornare sulla pista da ballo. Per fortuna, però, Adrianne non è il tipo di persona che si arrende facilmente. «Mi sentivo come se qualcuno mi avesse detto: “Non ti lasceremo più ballare”. Volevo dimostrare che si sbagliavano», ha raccontato. «Ti rendi conto del tipo di vita che hai vissuto prima, passa come in un flash davanti a te, e poi ti rendi conto del tipo di vita che vuoi vivere dopo», ha raccontato Adrianne. I mesi seguiti all’attentato sono stati particolarmente difficili, ma non si è mai persa d’animo. Non ha mai voluto essere definita una vittima, preferiva che ci si rivolgesse a lei come a una “sopravvissuta”: «Mi rifiuto di essere chiamata “vittima”. Non sono definita da quello che è successo nella mia vita. Sono una sopravvissuta, sono definita da come vivo la mia vita». Spinta dal desiderio di riprendere a ballare, la donna si è messa in contatto con il dottor Hugh Herr, il direttore del Biomechatronics Gropu, al MIT Media Lab, una vera autorità in materia di arti artificiali. Il dottor Herr l’ha aiutata a tornare sulla pista da ballo: «Volevo fare qualsiasi cosa, per aiutarla a raggiungere il suo obiettivo». Lo specialista ha così accettato di costruire una protesi disegnata appositamente per ballare, la prima al mondo di questo genere. Il gruppo di lavoro dello specialista è riuscito nell’intento e Adrianne, dopo lunghe ore di allenamento, è tornata a danzare.

 

 

L’impegno umanitario. Negli ultimi due anni Adrianne è intervenuta in trasmissioni televisive e in conferenze – tra cui la TEDx, nel 2014 -, per parlare della sua esperienza, è comparsa sulle copertine delle riviste più lette negli Stati Uniti – ad esempio People’s Magazine – e ha collaborato con numerose organizzazioni umanitarie, in special modo con Limbs for Life, un gruppo dell’Oklahoma che cerca di fornire protesi alle persone che non sono in grado di acquistarle. Nel 2014 è stata persino ambasciatrice della Giving Tuesday Campaign indetta proprio da Limbs for Life, ed è riuscita a raccogliere un’ingente somma di denaro per finanziare le attività dell’organizzazione.

 

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In gara per la maratona di Boston. Nel 2014 Adrianne aveva corso gli ultimi metri della gara di Boston, unendosi ai suoi fratelli, mentre nel 2015 aveva tagliato simbolicamente la linea d’arrivo. Quest’anno, invece, ha stabilito che è giunto il momento di partecipare davvero alla maratona. Adrianne si sente abbastanza forte per partecipare alla 120esima edizione della competizione che ha cambiato radicalmente la sua vita. Questa primavera, infatti, correrà i 42 chilometri circa del percorso e raccoglierà fondi da destinare a Limbs for Life. Inizialmente non riusciva nemmeno a correre per un isolato, ma negli ultimi mesi la ballerina si è allenata con una protesi in fibra di carbonio e, al momento, riesce a muoversi in rapidità per circa 16 chilometri. «Sapevo che sarebbe stato molto importante se fossi riuscita a farlo – non solo per me stessa, ma anche per le altre persone con una protesi che dicono “Non posso fare questo o quello”», ha dichiarato la donna ad Associated Press. Adrianne è ben consapevole dei suoi limiti e non si definisce certo una maratoneta. Eppure non vede l’ora che arrivi il 18 aprile, il giorno fissato per la competizione, anche se si sente «un po’ agitata».

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