Stadio aperto a tutti Vince la resistenza ad Alfano

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Adesso che lo stadio di Bergamo finalmente viene riaperto a tutti, dopo tre mesi di provvedimenti che hanno pesantemente discriminato e danneggiato l’Atalanta, i suoi tifosi e tutti i bergamaschi, bisogna dirlo forte e chiaro. Ha vinto la resistenza dei tifosi atalantini alll’eccellentissimo Ministro degli Interni, Angelino Alfano, che nell’impianto dell’Atalanta non ha mai messo piede e sarebbe bello se un giorno lo facesse, anche solo per vedere l’effetto che fa. A lui e ai bergamaschi.

Lo stesso titolare del Viminale dal quale i genitori di Ciro Esposito aspettano ancora di sapere chi abbia ammazzato loro figlio, ferito a morte il 3 maggio 2014 mentre andava all’Olimpico di Roma per assistere a Napoli-Fiorentina e spirato dopo cinquantatré giorni di straziante agonia.

Lo stesso titolare del Viminale che non ci ha ancora detto come e quando gli ultrà del Cska Mosca, nel settembre scorso, abbiano potuto introdurre petardi, bombe carta e fumogeni sempre nell’Olimpico di Roma scatenando l’inferno.

Lo stesso titolare del Viminale che non ci ha ancora detto come e quando gli ultrà croati abbiano potuto introdurre petardi, bombe carta e fumogeni a San Siro, scatenando l’inferno in occasione della gara Italia-Croazia.

Lo stesso titolare del Viminale che non ci ancora detto come e quando sia stato possibile che mercoledì e giovedì scorso centinaia di criminali olandesi ubriachi abbiano devastato il cuore della capitale, a Campo de’ Fiori, in Piazza di Spagna, persino ai margini del Vaticano, danneggiando la fontana della Barcaccia, terrorizzando passanti e turisti.

Lo stesso titolare del Viminale che, quando ha un attimo di tempo, deve spiegare ai bergamaschi e agli agenti di polizia feriti, chi abbia scatenato gli incidenti del 22 novembre scorso, dopo Atalanta-Roma, perché sei giovani siano stati arrestati, tenuti in galera per venti giorni e ora abbiano soltanto l’obbligo di firma, essendo caduti sei dei sette capi d’imputazione mossi nei loro confronti.

Lo stesso titolare del Viminale che deve spiegare ai bergamaschi come mai il Baretto dello stadio, noto covo terroristico dell’Isis, venga chiuso dalle 12 alle 24 nei giorni delle prossime quattro partite interne dell’Atalanta, ma, a Roma, nei dintorni dell’Olimpico, per esempio, analogo provvedimento non sia stato preso, nonostante la libera circolazione  di coltelli, accoltellatori e accoltellati, ampiamente documenta alle cronache.

Ecco perché lo stadio di Bergamo riaperto a tutti è la vittoria della resistenza contro un provvedimento insopportabilmente iniquo. Lunga vita ai tifosi dell’Atalanta.

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