Una anche in Italia

Cinque scuole speciali del mondo Da quella galleggiante a quella...

Cinque scuole speciali del mondo Da quella galleggiante a quella...
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Chi pensa che scuola significhi banchi di legno, cattedre e compiti a casa si sbaglia. Questi esempi  presi in giro per il mondo dimostrano che insegnare e imparare in modo alternativo si può.

 

La scuola galleggiante, Bangladesh

Per far fronte alle alluvioni che due volte all’anno colpiscono il Bangladesh, l’organizzazione no-profit locale Shidhulai Swanirvar Sangstha ha pensato di creare delle “scuole galleggianti”, cento barche che ospitano non solo aule di studio, ma anche biblioteche, sale per workshop e centri per l’apprendimento degli adulti. Un metodo che dal 2002 ha aiutato più di 70mila bambini nel percorso educativo, permettendo loro di continuare a studiare a dispetto delle avverse condizioni climatiche.

 

La scuola in treno, India


In India, invece, per contrastare l’abbandono scolastico di bambini costretti a mendicare vicino alle rotaie dei treni, un’insegnante dello stato dell’Orissa ha portato le scuole nelle stazioni, ideando Train Platform Schools, un sistema che dal 1985 ha formato più di 4mila bambini in tutto il Paese. Un metodo attraverso il quale gli alunni possono iniziare e lasciare i corsi senza troppe difficoltà, con la possibilità di ricominciare non appena le condizioni economiche delle loro famiglie permettono loro di spendere tempo a scuola.

 

La scuola ipertecnologica, Usa

Viene dagli Stati Uniti, invece, la proposta di una scuola, la West Philadelphia School of the Future, dove la tecnologia regna sovrana (non per niente Microsoft figura tra i partner del progetto). Una scuola dove i bambini non hanno libri ma computer, un istituto con gli occhi puntati al mondo digitale e all’economia globale, dove sembra essere più importante imparare linguaggi digitali piuttosto che le tradizionali materie scolastiche, fatta eccezione per la matematica, utilissima anche per i metodi di programmazione. Una scuola per dare più chance agli studenti di entrare nel mondo del lavoro, verso il quale sono proiettati già con il diverso orario delle lezioni, dalle nove alle sedici, come in una normale giornata lavorativa.

 

La scuola senza regole né professori, Usa

Altrettanto innovativa è un’altra proposta statunitense, quella della Brooklyn Free School, dove gli studenti possono scegliere cosa e se studiare. Si può suonare, discutere di programmi televisivi, informarsi sui ristoranti oppure fare una pennichella. Non ci sono esami, né classi, né voti; si può entrare nei corsi e uscirne a piacimento. I maestri sono gli studenti mentre gli insegnanti agiscono come moderatori. Gli alunni possono anche tenere riunioni e sottoporre delle questioni all’intera scuola. Più volte criticata per la mancanza di un curriculum di studi, scopo della Brooklyn Free School è quello di abolire le regole e di aiutare gli studenti a scegliere ciascuno il proprio percorso.

 

La scuola nel bosco, Asti

Diversa e sicuramente più convenzionale è una delle innovazioni scolastiche proposte nel nostro Paese, a Serravalle d’Asti, dove è appena partito il progetto Bimbisvegli, approvato dal Ministero dell’Istruzione dopo dieci anni di sperimentazione supervisionata da Giampiero Monaca, maestro e ideatore del metodo. Si lavora inizialmente in classe e poi si esce nella natura, per andare a esplorare oppure a leggere quello che è stato prima proposto in aula. Un’educazione “occasionata” anche dagli incontri che avvengono spontaneamente in campagna, dal guardare le mucche che pascolano o il contadino che taglia l’erba. Un metodo basato sulle emozioni, che concilia l’apprendimento razionale con una conoscenza legata all’osservazione della natura e alla vita a contatto con essa. Una scuola senza zaini né cattedra né compiti, dove si punta alla comunità e il materiale è tutto in comune.

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