Nel cimitero teutonico

Willy, il clochard sepolto tra principi e cavalieri in Vaticano

Willy, il clochard sepolto tra principi e cavalieri in Vaticano
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Si chiamava Willy Herteleer, era un clochard belga ma da quando è morto – era l'inizio di gennaio – ha trovato riposo in uno dei luoghi più esclusivi e belli di Roma: il Cimitero Teutonico, campo santo che sorge all'interno delle mura leonine vaticane e che ospita le tombe di cavalieri e comandanti, storici e religiosi di spicco, vescovi e persino principi. La notizia è stata raccontata solo giovedì da Radio Vaticana che ha intervistato monsignor Americo Ciani, canonico della Basilica di San Pietro e celebrante dei funerali dell'uomo.

«Willy era uno spirito libero, dalla fede incrollabile», ha spiegato il religioso. «Un uomo della preghiera costante. Veniva nella chiesa di Sant’Anna (in Vaticano) e ascoltava sempre due Messe e dopo si posizionava su Via di Porta Angelica, appoggiato ad un lampione con il suo carrellino, e osservava tutte le persone che passavano. Molto spesso intratteneva qualcuno dicendo: “Ma lei si confessa qualche volta? Guardi che è necessario confessarsi, se no in Paradiso non ci si va!”». Un uomo semplice, uno dei tanti “poveri” costretti a sfidare il freddo di Roma e a vivere senza una fissa dimora. Monsignor Ciani aveva saputo della morte di Willy da un altro religioso, «ma poi, dal mio amico giornalista Paul Badde e sua moglie Cristina ho saputo che era in attesa di essere sepolto. Paul Badde fa parte dell’arciconfraternita del Cimitero teutonico in Vaticano, e poiché Willy Herteleer era un fiammingo e cattolico, morto a Roma, c’era la possibilità di seppellirlo nel Cimitero teutonico».

Un campo santo che sorge proprio all'interno delle mura leonine di Roma, considerato l'unico cimitero del Vaticano. La storia di questo sacrario è millenaria: nell'800 il Papa consegnò a Carlo Magno questo terreno, affinché vi edificasse un luogo di sepoltura per i pellegrini germanici. Da lì è diventato un luogo caro a tedeschi e fiamminghi che orbitavano attorno alla Chiesa di Roma, gestito da un'arciconfraternita specifica. E nei secoli hanno trovato riposo eterno alcune figure di spicco d'origine tedesca che hanno servito il papato. C'è, ad esempio, un comandante che guidò l'esercito pontificio durante la Battaglia di Mentana, un principe bavarese, un cardinale di fine Ottocento, diversi pittori e archeologi, storici e studiosi di ogni genere.

Come ha spiegato monsignor Ciani, la scelta di portare qui anche Willy è «in perfetta sintonia con i messaggi così penetranti di Papa Francesco, quando tocca sempre gli esclusi, coloro che nella nostra società non contano, tutt’al più possono costituire un numero, ma che invece sono a cuore, non solo del Papa, ma di Cristo Signore, che ha sempre amato e preferito i più poveri».

Alcune settimane fa, ebbe particolare eco la notizia dell'apertura di alcuni servizi gratuiti per senzatetto affianco di Piazza San Pietro, voluti proprio dal Santo Padre: bagni, docce e persino una barberia aperta ogni lunedì attraverso l'aiuto di alcuni volontari. «La persona che non ha la possibilità di lavarsi è una persona socialmente rifiutata, e tutti noi sappiamo che un clochard non può presentarsi in un posto pubblico come bar o ristoranti per chiedere di usare i servizi», aveva spiegato monsignor Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa. «La prima cosa che vogliamo è dare dignità alla persona».

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