Si compra la Volvo di Bossetti per il suo 66esimo compleanno

Un regalo piuttosto particolare. E' quello che si è fatto il capriatese Pietro Pagnoncelli che, per il suo compleanno, si è comprato l'auto di Massimo Bossetti. Pagnoncelli, che abita a San Gervasio, ha compiuto 66 anni il 2 marzo e ha deciso di acquistare la Volvo di Bossetti che la famiglia del muratore di Mapello, condannato per l'omicidio di Yara Gambirasio, aveva deciso di mettere in vendita. Pagnoncelli ha seguito l’intera vicenda processuale, partecipando a tutte le udienze del processo, ed è convinto dell'innocenza del muratore.
Nel corso del processo, il capriatese ha conosciuto i famigliari di Bossetti e quando questi hanno deciso di vendere l'auto, ha cercato di aiutarli mettendo l'annuncio della vendita dell’auto in Internet. «Mi hanno contattato diverse persone che erano interessate all'auto - ha raccontato Pagnoncelli - Ma quando sapevano che era di Bossetti si tiravano indietro. Così, dal momento che mi serviva una macchina, al mio compleanno ho deciso di acquistarla io per aiutare la famiglia». Pagnoncelli ha pagato l'auto 1.500 euro, cui ha dovuto aggiungere altri 800 euro circa per il passaggio di proprietà e altri documenti. Convinto dell'innocenza del muratore di Mapello, Pagnoncelli è anche uno dei promotori della petizione per chiedere la ripetizione del test del Dna.
«Ricordo il giorno che hanno arrestato Bossetti - ha spiegato il capriatese - Sono tornato a casa e mia moglie mi ha detto che aveva sentito la notizia dell’arresto. Ho detto “Meno male”». Poi, però, Pagnoncelli si è appassionato al caso e ha seguito tutto il processo, non attraverso i media, ma presenziando alle udienze in Tribunale a Bergamo. «Sono l’unico che ha seguito tutte le udienze - ha detto con un certo orgoglio - Mi chiedo perché molti aspetti affrontati in aula, non siamo mai stati riportati dai media».
Seguendo tutta la vicenda processuale «in diretta» Pagnoncelli si è convinto dell’innocenza del muratore di Mapello e, a suo giudizio, molti aspetti sarebbero stati trascurati durante il processo. «Molte cose non tornano - ha osservato Pagnoncelli - Dove è finito il sangue della ragazza? Quello di Bossetti non era l’unico furgone fatto in quel modo tanto che Denti (Ezio consulente di Bossetti ndr), ne ha trovati altri otto in Provincia di Bergamo». Il capriatese ha poi puntato l’indice su quella che è stata ritenuta la prova regina del processo, quella del Dna rinvenuto sugli slip e i leggins della 13enne di Brembate Sopra. «Perché non è stato eseguito il raffronto tra il Dna di Bossetti e quello di suo padre?», si è chiesto.
Oltre ad aver acquistato l’auto, per aiutare la famiglia del muratore in carcere, Pagnoncelli si è fatto anche promotore di una petizione tesa a chiedere la ripetizione della prova del Dna, in attesa dell’inizio del processo d’appello che si terrà a Brescia.