Da Furla a Illy

10 aziende italiane che credono nell'arte contemporanea

10 aziende italiane che credono nell'arte contemporanea
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Sono colossi dell’energia o della moda, banche, realtà editoriali o imperi del food and beverage. Vengono, insomma, dai rami più disparati del business, eppure sono accumunate da quella che si può chiamare una vera e propria fede nelle potenzialità dell’arte contemporanea. Un matrimonio strano, ma che funziona nel 90 percento dei casi. Per quale motivo nasca il connubio fra arte e impresa non è dato sapere perché le ragioni sono tante: passione, investimento, ritorno pubblicitario. Ma forse alla base di tutto è giusto dire che, in realtà, arte e lavoro sono sempre state meno scollegate di quello che si possa pensare. L’immagine dell’artista frustato che la società rinnega è un vecchio ideale romantico e irreale. Da sempre artisti e uomini di potere (sia esso economico o politico) si sono parlati per dare vita, con le capacità dei primi e le risorse dei secondi, alle più importanti imprese di comunicazione della storia e, fortunatamente, continuano a farlo, come dimostra questo breve elenco.

 

1) Furla

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A fine novembre si assegna il premio Furla, uno dei più importanti riconoscimenti dedicati ai giovani artisti emergenti italiani. Il 2014 ha siglato la decima edizione della manifestazione, nata nel 2000 per volontà di Giovanna Furlanetto, presidente di Fondazione Furla e Furla s.p.a, storico brand della moda italiana. Il premio è prestigioso e importante e apre, per chi lo vince, le porte di un radioso futuro nel mondo dell’arte: basti pensare che fra i premiati ci sono stati, negli anni, Vanessa Beecroft (madrina di questa edizione) e il bergamasco Matteo Rubbi (premio 2011, nella foto).

Inoltre, dalla sede storica di Venezia il premio si è spostato quest’anno a Milano, vera capitale dell’arte e della moda internazionale (oltre che prossima sede dell’Expo) e da marzo ad aprile 2015 sarà realizzata nella città meneghina una retrospettiva dedicata al premio, con le opere di tutti i 10 vincitori delle passate edizioni, curata da un altro volto noto bergamasco, Giacinto Di Pietrantonio. Quest’anno, il premio Furla è andato alla coppia di artisti Maria Iorio e Raphael Cuomo, che vedranno il loro progetto realizzato grazie alla produzione della Fondazione Furla e vivranno l’esperienza di una residenza artistica in Messico.

 

2) Telecom

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Il legame fra Telecom e il mondo dell’arte contemporanea italiano è ben rappresentato dalla figura di Franco Bernabè, amministratore delegato dell’azienda di telefonia dal 2007 e dal 2004 presidente del Mart di Trento e Rovereto, uno dei più interessanti musei d’arte contemporanea d’Italia. Non solo: Bernabè è stato presidente della Biennale di Venezia dal 2001 al 2003 e fautore della privatizzazione di Eni, oltre che massimo esponente del connubio fra marketing e arte.

Oggi Telecom, pur non avendo un premio tutto suo, sostiene, attraverso la relativa fondazione, sia AMACI (Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani) che la Fondazione MAXXI di Roma (nella foto). Ma Telecom vuole essere paladina di un po’ tutte le arti per cui stringe partnership anche con il mondo della musica e dell’editoria.

 

3) Terna

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Terna è un grande operatore di reti per la trasmissione dell’energia e, con la sua ragnatela elettrica di 63 mila chilometri, è il primo operatore di rete indipendente in Europa e il sesto al mondo. Ogni anno organizza un premio riservato agli artisti italiani e non, a patto che operino stabilmente sul territorio nazionale. Il bando prevede diverse categorie: fotografia, videoarte, pittura, scultura e installazioni; mentre ogni artista partecipa per aggiudicarsi una residenza o un premio in denaro. Tra i vincitori dell’ultima edizione, la sesta, anche una bergamasca, Linda Carrara, che ha trionfato nella sezione pittura con Vacuum space (in foto).

 

4) Eni

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Il connubio arte-energia sembra essere particolarmente proficuo, se fra le principali aziende italiane attente al mondo dell'arte si trova anche il cane a sei zampe. Anche in questo caso non si parla di un premio dedicato, tantomeno di una fondazione, ma di progetti specifici a cui Eni aderisce come partner di importanti istituzioni museali italiane ed estere. Per fare un esempio, l’interesse artistico di Eni si è concretizzato nel 2014 con la collaborazione alla mostra di Gaetano Pesce al MAXXI (in foto) e con la partnership con Palazzo Diamanti per Matisse e il Musèe d’Orsay. In generale dal 2011 ad oggi l’azienda energetica ha preso a braccetto più di 30 importanti mostre nazionali, finanziato vari restauri e la creazione di sculture contemporanee, passando agevolmente dall’arte antica al design, fino al contemporaneo.

 

5) Poste Italiane

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Il bergamasco Andrea Mastrovito è il fresco vincitore del “pacco d’artista” (qui sopra), il concorso annuale promosso da Poste Italiane per disegnare la grafica del classico pacco postale, creandone una versione in edizione limitata. Quest’anno la votazione online ha premiato “la linea sottile”; ma c’è da dire che ogni pacco dei cinque finalisti era davvero interessante e la lotta è stata dura, soprattutto se si paragona l’estro creativo dei partecipanti con la classica scatola gialla della posta. Il premio, in questo caso, non riguarda però l’artista, ma i votanti. Se all’ideatore della grafica resta il plauso e la visibilità, al fortunato estratto a sorte che ha fatto clic sul sito spetta un viaggio a New York per due persone.

 

6) Trussardi

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Grazie a Massimiliano Gioni e ai bambini impiccati di Cattelan, la Fondazione Trussardi è diventata forse più famosa della maison di moda che le ha dato vita nel 1996. Promuove mostre e artisti a livello internazionale e in questa classifica fa un po’ le veci di tutte quelle macro realtà italiane che si impegnano nella valorizzazione dell’arte contemporanea con la promozione delle proprie collezioni e organizzando esposizioni temporanee innovative e accattivanti (nella foto, Paola Pivi, La mia religione è la gentilezza. Arrivederci e grazie, ai Vecchi Magazzini della Stazione di Porta Genova a Milano).

 

7) Cairo

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Cairo editore è un colosso dell’editoria italiana, proprietario de La7 e di magazine arcinoti come Diva e Donna, F, Di Più, For Men, Bell’Italia, etc. Fra le sue pubblicazioni troneggia anche il mensile Arte che dà vita ogni anno al Premio Cairo, riservato anche in questo caso ai giovani artisti italiani. L’ultimo premio, il quindicesimo, è stato assegnato al piemontese Fabio Viale (la sua opera in foto), che ha ricevuto la targa direttamente dalle mani del presidente Urbano Cairo.

 

8) Nescafè

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Abbastanza recente è il connubio fra la bevanda idrosolubile e la Naba, accademia di belle arti di Milano, che ha unito il lavoro di 35 giovani artisti ai 35 gusti di bevande al caffè prodotte dall’azienda. Il progetto #35modernart si riassume in una squisita operazione di art marketing che, in ogni caso, ha segnalato il lavoro dei giovani delle accademie, premiando un originale progetto di design di Giulia Pellegrini (in foto), ispirato alla capsula rosa Dolce Gusto.

 

9) Illy

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In maniera un po’ più costruttiva, un altro colosso del caffè, Illy, ha creato dal 2007 il progetto Illy sustainArt, che allarga i confini dell’azienda stringendo i rapporti con gli artisti contemporanei. C’è da dire che il progetto si propone di curare soprattutto l’arte nei paesi in via di sviluppo e, fra gli altri, aveva dato origine a un meraviglioso servizio disegnato da Francesco Clemente (in foto).

 

10) Comel

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A chiudere idealmente questo elenco non è una banca, ma un’azienda che produce alluminio e che, grazie al premio dedicato ai giovani artisti, cerca di rileggere questo materiale, tipicamente industriale, in una chiave più artistica. Ogni anno, per il premio, vengono selezionati 13 artisti e non si tratta di un numero casuale. L’alluminio, infatti, è l’elemento chimico con numero atomico 13 e tutto, nel premio, sottolinea la centralità del materiale riciclato, riletto, reinterpretato in queste opere d’arte, che realizzano un intelligente connubio fra una realtà industriale “classica” e l’attenzione ai nuovi linguaggi del mondo.

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