C'è pure Taylor Swift

I 10 leader più influenti del mondo

I 10 leader più influenti del mondo
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Fortune è una rivista americana decisamente celebre, una vera e propria icona per tutti coloro che si interessano di business e dinamiche sociali a livello globale. Sulle sue pagine, qualche giorno fa e per la seconda volta a partire dal 2014, è stato stilato un elenco delle 50 persone che più di tutte stanno determinando cambiamenti nel mondo; per la precisione, «uomini e donne straordinari che stanno trasformando il mondo del business, del potere, della filantropia e molto altro ancora», esempi virtuosi in un mondo che, scrive la rivista, sta fallendo sotto numerosi aspetti. La lista completa è visualizzabile qui, ma è molto interessante parlare dei primi dieci classificati, vista la profonda diversità dei soggetti e dei motivi per cui si sono meritati un tale onore.

 

10) Joshua Wong

Al decimo posto c’è un semplice diciassettenne, che però Time ha decretato Uomo dell’anno 2014. Wong è considerato la figura di riferimento della cosiddetta “Rivolta degli ombrelli”, la manifestazione avvenuta ad Hong Kong lo scorso autunno contro il regime della regione cinese. Ha fondato Scholarism, un movimento composto da studenti delle superiori e delle scuole medie che ormai da mesi combatte per ottenere la pienezza dei diritti politici e sociali ad Hong Kong. Fortune lo descrive come una figura avvincente, capace di galvanizzare migliaia di persone, risvegliando in loro ideali sopiti.

 

9) Mary Barra

Imprenditrice statunitense, è l’amministratrice delegata di General Motors, prima donna in assoluto a ricoprire un ruolo così elevato nel mondo dell’industria automobilistica mondiale. E se in un mondo, quello delle automobili, tipicamente maschile, è riuscito a spuntarla un elemento del gentil sesso, significa che si tratta di una persona davvero particolare: è considerata una vera e propria riformatrice del mercato dell’automobile, grazie alla sua capacità di - scrive Fortune - «manipolare le esigenze di investitori, clienti e dipendenti».

 

8) John Roberts Jr.

Trattasi dell’attuale Giudice Capo della Corte Suprema degli Stati Uniti. È inquadrabile come il vero e proprio numero uno della giustizia americana, non solo per il ruolo che ricopre presso la più alta corte, ma anche per il fatto che sotto la sua direzione operano quasi 2 mila tribunali minori. È l’uomo che determina gli orientamenti giurisprudenziali del Paese: a lui, infatti, spetterà l’ultima parola rispetto a temi molto delicati, quali la riforma sanitaria di Obama e le unioni omosessuali.

 

7) Joanne Liu

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Medico di origini orientali ma nata in Canada, Joanne Liu opera da sempre in zone del mondo dall’alto tasso di emergenza umanitaria: iniziò col curare i rifugiati maliani in Mauritania, prima di circa 20 missioni nei luoghi più critici del pianeta, in particolare in Indonesia in seguito allo Tsunami del dicembre 2004 e ad Haiti dopo il terremoto del 2010. Momento cruciale della sua vita professionale è stata la nomina a Presidente dell’organizzazione internazionale incaricata di occuparsi dell’emergenza ebola in Africa: l’impegno profuso in questi anni le ha fatto meritare un posto in questa classifica.

 

6) Taylor Swift

Sesto posto riservato ad un’artista della musica, per la precisione la cantante più pagata in assoluto. Il motivo è presto detto: la Swift non ha innovato solamente il mondo della musica pop, ma l’intero campo del business musicale, attraverso un’opera di branding del proprio nome e del proprio lavoro come mai si era visto prima. E tutto, sottolinea Fortune, senza ricorrere a stravaganze o follie impensabili: è infatti da molti ritenuta una sorta di anti-Miley Cyrus.

 

5) Narendra Modi

Primo Ministro dell’India dal 2014, a capo di un partito di stampo popolare, è considerato un vero e proprio rivoluzionario da un punto di vista dell’economia e dei diritti sociali: ha contribuito ad indirizzare al meglio l’ascesa economica del Paese asiatico (grazie all’attrazione di capitali esteri), ha promosso politiche di supporto ai diritti delle donne, all’assistenza ospedaliera per tutti e alla lotta alla corruzione. Sta, insomma, dando una nuova immagine al mondo dell’India, ormai sempre più uno Stato del XXI secolo. La strada è ancora lunga, afferma Fortune, ma le premesse sono quelle giuste.

 

4) Papa Francesco

Ai piedi del podio, ecco il Pontefice. Fortune riserva moltissimo risalto a Papa Francesco, descrivendolo come un vero e proprio rivoluzionario dell’istituzione più antica del mondo, la Chiesa. Dall’inizio del suo pontificato nel 2013, afferma la rivista americana, Bergoglio ha stravolto tutto, non solo con l’esempio e la tensione ad una Chiesa più modesta e caritatevole, ma anche con alcune scelte prettamente politiche e organizzative, come la rivoluzione dell’intero Consiglio d’amministrazione dello Ior, la Banca del Vaticano.

 

3) Xi Jinping

Al terzo posto c'è l’attuale Presidente della Cina, considerato da Fortune il leader più forte dai tempi di Mao Zedong. Xi ha rinnovato un Paese che si stava adagiando sulle dinamiche e i successi dell’ultimo decennio, reimpostando il sistema economco, combattendo con il pugno di ferro la corruzione (250 mila arresti solo negli ultimi 3 anni), e offrendo diritti politici e sociali anche alle classi più disagiate della Cina. Grazie a lui, molti storici considerano questo come il momento più interessante della storia cinese dell’ultimo ventennio.

 

2) Mario Draghi

Piazza d’onore riservata ad un italiano, l’unico presente fra i 50. Draghi, come noto, è il Presidente della Banca Centrale Europea, e secondo Fortune sta compiendo una delle opere più significative, attualmente, del mondo. Grazie a lui, infatti, l’Europa starebbe trovando quell’equilibrio economico e quell’unità che da anni si tentava invano di ottenere, e tutto in forza della sua competenza e del suo carisma. La strada per un'Europa unita, economicamente e culturalmente, è ancora tutta da percorrere, ma Fortune identifica in Draghi l’uomo giusto per adempiere al meglio a questo compito.

 

1) Tim Cook

Ma a guardare tutti dall’alto in basso è Tim Cook, il CEO di Apple a cui tre anni e mezzo fa è stata consegnato il gravosissimo onere di sostituire Steve Jobs. Nonostante ciò, Cook ha portato le azioni di Apple al loro massimo storico ed è riuscito ad essere un innovatore pur mantenendosi nel solco della tradizione dell’azienda. Inoltre, il fatto di aver annunciato al mondo la proprio omosessualità gli ha permesso di diventare un punto di riferimento non solo nel mondo dell’economia e del mercato, ma anche dei diritti civili. È proprio di oggi, fra l’altro, la notizia per cui Cook avrebbe deciso, una volta defunto, di devolvere tutti i suoi beni in beneficienza, eccezion fatta per i soldi necessari al percorso di formazione di un nipote di 10 anni; e si tratta, al momento, di circa 800 milioni di dollari. Una scelta che farà di Cook ancor di più un modello di risonanza mondiale.

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